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“Ti taglio la testa”, le minacce della ‘ndrangheta per impossessarsi di un hotel in Liguria

“Ti taglio la testa, faccia di m…”. Questa la minaccia rivolta da Alfonso Pio, arrestato oggi insieme ad altre tre persone nell’ambito dell’operazione “The Shock” della polizia di Milano, ad un dipendente dell’Hotel del Golfo di Finale Ligure, finito sotto il controllo della ‘ndrangheta dopo minacce ad un socio della società proprietaria. Ecco tutti i dettagli dell’operazione.
A cura di Filippo M. Capra
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L'Hotel del Golfo
L'Hotel del Golfo

Emergono i dettagli dell'operazione "The Shock" della polizia di Milano che stamattina ha portato all'arresto di quattro persone, tra cui un consulente finanziario e un ‘ndranghetista. L'indagine ha portato alla luce l'infiltrazione mafiosa all'interno del mondo del turismo, con l'appropriazione da parte della ‘ndrangheta di un albergo rinomato di Finale Ligure, l'Hotel del Golfo, arrivata dopo minacce.

Il modus operandi per appropriarsi dell'albergo

"Non posso venire … tengo famiglia … non posso venire", aveva detto uno dei soci della società che controllava l'Hotel del Golfo in vista di un'assemblea dei soci nell'aprile del 2018 dopo aver subìto delle minacce presunte da Alfonso Pio, arrestato stamattina. Nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Milano, Guido Salvini, si legge poi che anche per una successiva assemblea dei soci, datata 12 giugno 2018, Pio avrebbe minacciato il socio che avrebbe risposto: "Questa è la seconda volta che io faccio saltare la riunione … e mi piglio io le responsabilità … ho fatto quello che volevate". Infine, sempre dietro minacce, il socio in questione ha consegnato in data 28 agosto 2018 gli "originali dei certificati azionari" a Omar Petrocca, un altro degli arrestati, "che li esibiva all'assemblea del giorno seguente e se ne impossessava". Questo il modus operandi con cui l'ndrangheta si sarebbe appropriata dell'hotel.

Chiesti 300.000 euro a una vittima che ha poi denunciato

Ma non sarebbe tutto qui, perché ad Alfonso Pio e a Ezio Mario Scirea, finito in manette anch'egli questa mattina, viene contestato il reato di usura. I due si sarebbero fatti "dare e promettere", a cavallo tra il 2018 e il 2019, diecimila euro da un imprenditore in crisi in quanto "interessi usurari pari a circa il 5% del capitale su base mensile". Con loro, un terzo arrestato, Francisc Kelemen, di origini romene, sarebbero colpevoli anche di estorsione aggravata dal metodo mafioso, in quanto avrebbero cercato di obbligare, dietro minacce, un individuo a cui sarebbe stato intimato il pagamento di 300mila euro. La vittima, in questo caso, denunciò tutto nel novembre del 2019. In questo episodio, Scirea, come risultato dall'inchiesta, aveva fatto arrivare a casa della vittima un biglietto anonimo in cui si leggeva: "Siamo passati a trovarti". Infine, Kelemen avrebbe inoltrato un messaggio su Whatsapp alla moglie della vittima scrivendo che "domani alle 13 sarò anche io al ristorante", luogo in cui si sarebbe tenuto il ricevimento per la Comunione della figlia dei due. Non contenti, i tre avrebbero inoltre contattato i genitori della vittima promettendo che taluni sarebbero andati "a prenderlo" per "picchiarlo ed ammazzarlo di botte".

Le minacce di Pio a un dipendente dell'hotel: Ti taglio la testa

In un'altra intercettazione telefonica, si ascolta Alfonso Pio minacciare un dipendente dell'Hotel del Golfo di Finale Ligure, in provincia di Savona: "Stronzo parla piano. Faccia di mer… ti taglio la testa". Per quanto riguarda invece Ezio Mario Scirea, di legge nell'ordinanza dell'aresto, è un "soggetto propenso ad attività finanziarie di natura illecita potendo egli stesso contare sull'esperienza maturata all'interno della sua professione di promotore finanziario per la Banca Mediolanum". Guai anche per la compagna di Pio che, dal 2016, avrebbe occupato una suite del "resort di alto livello" dotato anche di "una spiaggia privata". Tale soggiorno non sarebbe mai stato registrato in hotel, maturando così un "debito insoluto di oltre 124.000 euro".

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