Terrorismo, indagata 30enne bresciana convertita all’Islam: era pronta a partire per la Siria
Erano pronti a partire per la Siria, per unirsi alle fila dei combattenti del Daesh, lo Stato islamico. Si tratta di una coppia di coniugi residenti nel Bresciano, individuata grazie alle indagini della Digos di Brescia e della Direzione centrale prevenzione della polizia di Stato. Alla fine il marito, un tunisino in attesa del permesso di soggiorno, è stato espulso dal suolo italiano per effetto di un provvedimento del ministro dell'Interno Angelino Alfano, mentre la moglie, una 30enne italiana, risulta indagata per il reato di arruolamento con finalità di terrorismo.

L'inchiesta rientra nelle attività di controllo della Digos sul fenomeno del convertitismo di giovani donne italiane ad opera di integralisti islamici, che finiscono con l'avvicinarle all'Isis. Secondo quanto raccolto dalla Digos nel corso delle indagini, è emerso il concreto rischio di una prossima partenza della coppia per la Siria. La donna indagata è stata sottoposta a perquisizione personale e domiciliare.
La moglie aveva iniziato a indossare il niqab
Diversi i segni della progressiva radicalizzazione della donna colti dagli inquirenti, che hanno portato poi all'operazione odierna. La 30enne, P.S., aveva iniziato a indossare il niqab completo e usciva raramente solo per incontrare il marito. Quest’ultimo, da gennaio di quest’anno, non frequentava più l’abitazione di famiglia, come documentato da mirati servizi di osservazione e pedinamento da parte della Digos.
Su Facebook messaggi inneggianti al martirio
Gli inquirenti hanno messo sotto stretto controllo i profili Facebook della coppia. Sui social network la moglie scriveva messaggi inneggianti al martirio e al jihad: "Io vivo qui solo con il mio corpo invece la mia anima e il mio pensiero sono in un posto molto lontano", e ancora: "Oh Allah ti chiedo una morte nel tuo sentiero, e Ti chiedo una morte nel paese del tuo profeta… Il Paradiso il Paradiso il Paradiso giuro che non ce la faccio ad aspettare". Altri sono ancora più espliciti: "…Che Allah ti conceda Shahada (martirio) e un posto nel paradiso" o "…Dio dai la tua gloria ai Mujahedin sul tuo sentiero e falli vincitori sulla terra…". A tutti questi messaggi il marito della donna apponeva poi il proprio consenso.
La coppia si era sposata con rito civile nel dicembre 2015, dopo il matrimonio con rito islamico celebrato nel 2010. I due non hanno figli. La Digos ha sequestrato vari supporti informatici – su cui è in corso ulteriore attività di indagine – ed i documenti validi per l’espatrio intestati alla ragazza: con questi ultimi la 30enne avrebbe potuto presto unirsi allo Stato Islamico.