Tempi d’attesa troppo lunghi, pronto un piano per le visite mediche

Se avete bisogno di andare dal gastroenterologo, di iniziare un ciclo di riabilitazione o di farvi inserire uno stent per liberare un'arteria, potete mettervi l'anima in pace: dovrete aspettare più del necessario. Succede anche nell'efficientissima sanità lombarda, più volte additata – e a ragione – come una delle migliori d'Italia. Eppure, anche qui i problemi non mancano. A parte le promesse mancate sulla cancellazione del ticket, a finire sotto la lente di ingrandimento sono in questo caso i tempi di attesa troppo lunghi per visite ed esami medici. Lo rivela, come riporta il Corriere, un dossier del Comitato regionale dei controlli, che ha preso in considerazione gli ultimi sei mesi del 2014. Sulla carta, i tempi massimi per visite, esami e prestazioni mediche dovrebbero essere rispettivamente di 30, 60 e 180 giorni. Ma nella realtà si va spesso oltre questi termini. Accade, in generale, in circa il 10 per cento dei casi. In presenza di particolari interventi, però, come quelli citati all'inizio, si sforano i tempi in un caso su tre.
Il Pirellone corre ai ripari
Il Comitato regionale dei controlli ha eseguito il monitoraggio dei tempi d'attesa con un controllo a campione su oltre 141mila prestazioni prenotate, riscontrando le criticità evidenziate. Allo stesso tempo, però, ha anche sottolineato che "l’attenzione sui tempi di attesa in Lombardia risulta notevole". Non ci sono comunque solo le attese bibliche, tra i problemi evidenziati: tra i diritti del paziente negati ci sono anche l’impossibilità di conoscere i tempi di attesa online perché non pubblicati da troppi ospedali, la facilità nel prenotare e la possibilità di sottoporsi a una visita privata a carico dell’ospedale nel caso in cui le attese superino i limiti previsti dalla legge.
Per risolvere questi problemi, dalla Regione si stanno già muovendo, per esempio estendendo fino alle 22 l'orario di apertura degli ambulatori. In aggiunta a questa misura, nella delibera approvata lo scorso 23 dicembre sono stati inseriti sia l'obbligo per tutti gli ospedali di rendere trasparenti le agende di prenotazioni – inclusi i privati accreditati -, sia un nuovo sistema di raccolta dati per avere un monitoraggio della situazione più veritiero.