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Tassa sui rifiuti gonfiata a Milano, il sindaco: “Rimborsi a chi ha pagato più del dovuto”

Anche Milano figura tra le città italiane che, a causa di un errore nell’applicazione della Tari, la tassa sui rifiuti, hanno incassato più del dovuto dai loro cittadini. Il sindaco Beppe Sala però ha assicurato: “Ci sarà senz’altro un rimborso per chi ha pagato più del dovuto”. Ecco come verificare se si ha diritto al rimborso.
A cura di Francesco Loiacono
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Anche Milano figura tra le città italiane che, a causa di un errore nell'applicazione della Tari, la tassa sui rifiuti che dal 2014 ha sostituito la Tares, ha incassato più del dovuto dai suoi cittadini. Il caso è emerso dopo che il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, rispondendo a un'interrogazione parlamentare del deputato Cinque stelle Giuseppe L'Abbate, aveva ammesso l'errore sull'applicazione della tassa commesso da molti Comuni italiani. In sostanza si sarebbe trattato di un errore sul computo della quota variabile del tributo, quella legata al numero delle persone che compongono il nucleo familiare, che sarebbe stata calcolata non solo sull'abitazione principale (come previsto dalla legge) ma anche sulle pertinenze (cantine o box). In tale maniera gli importi pagati dai cittadini alle amministrazioni locali sono risultati gonfiati.

Associazione dei consumatori sul piede di guerra

Dopo l'ammissione dell'errore si è scatenata una bufera, con diverse associazioni dei consumatori sul piede di guerra. Tra queste il Codacons: "Una valanga di cause patrocinate dal Codacons sta per abbattersi sui comuni, che saranno chiamati non solo a restituire il maltolto, ma anche a pagare gli interessi di legge e le spese nei confronti dei cittadini che agiranno attraverso la nostra associazione", ha spiegato il presidente dell'associazione Carlo Rienzi, annunciando anche un esposto alle procure della Repubblica per indagare per i reati di truffa e appropriazione indebita. Dal suo canto il governo ha già annunciato chiarimenti in tempi brevi sulle modalità della corretta applicazione della Tari, anticipando anche la possibilità da parte dei cittadini di presentare dei ricorsi per chiedere i rimborsi delle somme indebitamente versate.

Ecco come verificare se si ha diritto al rimborso

E anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha assicurato: "Ci sarà senz'altro un rimborso per chi ha pagato più del dovuto, adesso vedremo caso per caso". Rimborsi che il consigliere comunale di Forza Italia Fabrizio De Pasquale, che già da tempo aveva presentato una mozione urgente a Palazzo Marino sull'argomento, propone che vengano restituiti sotto forma di conguaglio con la prima rata Tari 2018. Per chi dovesse scoprire di aver pagato in più sulla Tari (basterà controllare se la parte variabile della tassa è stata applicata più volte, anche alle pertinenze dell'abitazione), c’è tempo fino a 5 anni per chiedere i rimborsi: si potrà dunque agire anche retroattivamente.

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