Tangenti, Lara Comi in tribunale per l’interrogatorio di garanzia. Il legale: “Respingerà le accuse”
L'ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi, finita la scorsa settimana agli arresti domiciliari con le accuse di corruzione, truffa aggravata e finanziamento illecito ai partiti, si è presentata questa mattina al tribunale di Milano per sostenere l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Raffaella Mascarino. Di fronte agli obiettivi dei cronisti la Comi si è mostrata sorridente, anche se col volto un po' tirato. A parlare è stato il suo legale, l'avvocato Giampiero Biancolella: "L'interrogatorio di garanzia non sarà certamente breve – ha anticipato l'avvocato secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Ansa – la dottoressa Comi intende respingere le accuse che le sono state mosse e dimostrerà utilizzando anche documentazione che è stata acquisita nel corso dell'indagine, che i reati contestati sono inesistenti".
L'avvocato respinge le considerazioni sulla refrattarietà al rispetto delle regole
L'avvocato si è poi soffermato su uno dei passaggi più forti dell'ordinanza di custodia cautelare di 125 pagine con la quale, lo scorso giovedì, il giudice Raffaella Mascarino aveva stabilito gli arresti domiciliari per la Comi nell'ambito di una nuova tranche dell'inchiesta "Mensa dei poveri": quello in cui il giudice parlava di "refrattarietà in merito al rispetto delle regole" e di una “non comune esperienza nel far ricorso ai diversi collaudati schemi criminosi", nonostante la giovane età. "Comi – ha spiegato il suo avvocato – desidera altresì dimostrare che le considerazioni sulla sua presunta propensione a non rispettare le regole sono completamente senza fondamento".
Il direttore di Afol Metropolitana non risponde al giudice
Prima della Comi, a essere interrogato dal gip Mascarino era stato Giuseppe Zingale, direttore dell'Afol Città metropolitana (agenzia che offre consulenze e formazione in ambito lavorativo a cittadini e aziende nella provincia di Milano) arrestato assieme alla Comi e all'ex candidato sindaco leghista di Varese Paolo Orrigoni. Zingale, unico tra gli indagati a essere finito in carcere, è stato ascoltato dal giudice nel penitenziario di San Vittore, dove è recluso da giovedì. Non ha però parlato, avvalendosi della facoltà di non rispondere per problemi di salute. Il suo avvocato, Francesca Cramis, ha definito il suo assistito "molto provato" per via della situazione: il legale ha prodotto alcuni documenti al gip e ha chiesto per Zingale la revoca della misura cautelare o la concessione degli arresti domiciliari.