Tangenti in Lombardia: l’europarlamentare Lara Comi indagata per finanziamento illecito
Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia e candidata alle prossime elezioni Europee, risulta indagata per finanziamento illecito dalla procura di Milano. La politica risulta coinvolta nella maxi inchiesta su tangenti e appalti in Lombardia coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano e che la scorsa settimana aveva portato a 43 arresti tra imprenditori e politici lombardi, tra cui l'ex sottosegretario regionale Fabio Altitonante e l'ex consigliere comunale di Milano Pietro Tatarella, entrambi di Forza Italia. Il nome di Lara Comi era già emerso negli scorsi giorni, ma l'europarlamentare si era difesa negando ogni suo coinvolgimento: "L'unica mia società di comunicazione é la Premium Consulting e tale società non ha nulla a che spartire con le consulenze sotto inchiesta e non ve ne è nessun’altra a me riconducibile", aveva detto la Comi a proposito di presunti contratti di consulenza del valore di 38mila euro ottenuti da "una società riconducibile a Lara Comi".
Assieme a Lara Comi indagato il presidente di Confindustria Lombardia
Adesso però sono proprio delle consulenze effettuate dalla Premium consulting a essere finite nel mirino dei magistrati della Dda che stanno indagando sui rapporti tra politici e imprenditori lombardi. Il nome di Lara Comi è legato a quello di Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia e come l'esponente azzurra indagato per finanziamento illecito. Bonometti era stato ascoltato ieri dai magistrati come persona informata dei fatti: di stamattina invece la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati. Secondo i pm Bonometti, presidente e amministratore delegato dell'azienda di famiglia Officine meccaniche rezzatesi (Omr), avrebbe finanziato illecitamente Lara Comi chiedendo alla società Premium consulting di cui la politica è socia delle consulenze in realtà fittizie per un valore di 31mila euro, pagati in due tranche. La consulenza fornita sarebbe in realtà solo un testo, nello specifico una tesi di laurea, acquistabile anche online: una sorta di "copertura" per il finanziamento illecito.
L'avvocato di Lara Comi: Non vi era motivo per simulare un contributo elettorale
In merito alla vicenda che coinvolgerebbe Lara Comi, il suo avvocato Gian Piero Biancolella ha inviato una nota negando ogni addebito: "Posso con decisione contestare che sussista l'illecito ipotizzato – ha dichiarato il legale in una nota – Non vi era motivo alcuno che impedisse che un finanziamento del tutto lecito potesse essere effettuato secondo le modalità previste dalla legge. Non vi era quindi motivo – prosegue la nota – per simulare un contributo elettorale con una prestazione di servizi. In ogni caso la prestazione è stata resa dalla società, nell'ambito dell'oggetto sociale della stessa e nell'ambito delle specifiche competenze".