Tangenti Expo, la Corte dei conti chiede oltre 1,5 milioni di euro ad Acerbo per le Vie d’acqua
Oltre un milione e mezzo di euro di danni. È quanto la Procura regionale della Corte dei conti della Lombardia ha chiesto ad Antonio Acerbo, ex manager di Expo travolto da uno dei tanti scandali che hanno caratterizzato il percorso di avvicinamento all'Esposizione universale milanese. I magistrati contabili hanno chiesto ad Acerbo un risarcimento per la mancata realizzazione delle "Vie d'acqua" che avrebbero dovuto collegare la Darsena di Milano con il sito che ha ospitato l'Expo a Rho-Pero.
L'appalto per le vie d'acqua
Acerbo all'epoca era presidente della commissione aggiudicatrice per l'affidamento dell'appalto delle "Vie d'acqua sud – canale e collegamento Darsena-Expo/Fiera Spa". La gara fu vinta da un'associazione temporanea di imprese guidata dalla G. Maltauro Costruzioni per un importo complessivo di 42.537.508 euro, con ribasso percentuale offerto del 23 per cento. Ma la Maltauro, secondo quanto hanno accertato i giudici ordinari, vinse grazie all'intervento illecito di Acerbo, per questo accusato di corruzione e turbativa d’asta.
L'ex manager di Expo era stato arrestato e ha poi patteggiato una pena di tre anni, con un risarcimento danni alla società Expo di 100mila euro. Adesso, dopo la conclusione della vicenda penale, è arrivato l'atto di citazione per danno erariale. Una situazione simile a quella di un altro ex manager di Expo, Angelo Paris: anche a lui, che era stato arrestato nell'ambito della cosiddetta "Cupola degli appalti" e aveva poi patteggiato la sua pena con la giustizia ordinaria, la Corte dei conti ha chiesto un milione di euro di danni.