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Tangenti all’Agenzia delle entrate: altri 14 arresti a Como, in carcere funzionario e commercialista

Nuovo blitz della guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta su un presunto giro di tangenti all’Agenzia delle Entrate di Como. Le fiamme gialle stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare per 14 persone (due in carcere, 12 ai domiciliari). L’operazione segue quella del 24 giugno dell’anno scorso, quando finirono in manette l’ex direttore provinciale dell’ente, un funzionario, un imprenditore titolare di una tintoria e due commercialisti. Sono 22 i nuovi episodi contestati dalla procura.
A cura di Simone Gorla
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Nuovi arresti della guardia di finanza nell'inchiesta su un giro di tangenti all'Agenzia delle entrate di Como. Le Fiamme gialle hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare per 14 persone (due in carcere, 12 ai domiciliari) che sono accusate di reati contro la pubblica amministrazione tra cui corruzione, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per quasi 300mila euro, abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio. L'operazione fa seguito a quella portata a termine il 24 giugno dell'anno scorso quando i militari del nucleo di polizia economico finanziaria arrestarono l'ex direttore provinciale della agenzia, un altro funzionario, il titolare di una tintoria e due commercialisti.

Nuovi arresti nelle indagini sul sistema di tangenti all'Agenzia delle Entrate

Il blitz odierno parte dalle indagini sull'ex direttore dell'Agenzia delle entrate di Como, Roberto Leoni, finito in carcere con l'accusa di corruzione e rivelazione di segreti d'ufficio. In manette erano finiti anche i due titolari, padre e figlio, di un noto studio commercialista di Como. Ai domiciliari un imprenditore, socio di una tintoria della zona. Gli accertamenti coordinati dal procuratore della Repubblica Nicola Piacente avevano portato alla luce le attività illecite dei funzionari pubblici, che accettavano somme di denaro per favorire imprenditori e commercialisti della zona nei contenziosi con il Fisco. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il titolare della tintoria, tramite i commercialisti dello studio Pennestrì di Como, avrebbe promesso una tangente al capo team dell'ufficio legale, perché accogliesse un ricorso presentato davanti alla Commissione Tributaria di Como. Il direttore dell'Agenzia si sarebbe impegnato a favorire la chiusura dell'accertamento. I colloqui tra gli indagati erano stati intercettati e registrati della guardia di finanza.

Contestati 22 episodi, mazzette in cambio di sconti e favori

Nel nuovo filone dell'inchiesta sono contestati 22 episodi di corruzione in cambio cessazioni di verifiche, sconti sui debiti con il fisco e altri favori. In carcere sono finiti un alto funzionario dell’Agenzia delle entrate di Como e una commercialista legata professionalmente a Pennestrì. Tra le persone finite ai domiciliari ci sono dieci commercialisti comaschi, tra cui anche un importante curatore fallimentare.

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