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Strage nel tribunale, l’assassino potrebbe essere passato sotto il metal detector

Gli inquirenti stanno lavorando sulle immagini di un uomo – che potrebbe essere Claudio Giardiniello – passare sotto il cercametalli e scivolare via dai controlli nonostante il suono di allarme. Al suo arresto l’assassino aveva sussurato: “quando ho superato il varco ho pensato: se mi fanno passare con la pistola, lo faccio…”
A cura di Redazione Milano
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Erano le 10.50 del 9 aprile quando Claudio Giardiello, introducendo segretamente una pistola nel Palazzo di Giustizia di Milano, cominciò a fare fuoco. Fece una strage che causò tre morti ed un ferito. La domanda che si posero non solo gli inquirenti, ma la stessa opinione pubblica, è come sia stato possibile entrare armati in un tribunale. Le prime verifiche sembravano avvalorare l'ipotesi che Giardiello fosse entrato nel Palazzo di Giustizia dall’ingresso laterale di via Manara, sprovvisto di metal detector. Si tratta infatti di un accesso dedicato ad avvocati e magistrati che, mostrando il tesserino ai vigilantes, avrebbero libero accesso.

Ricostruzione sostenuta da immagini sgranate del circuito di sicurezza – evidentemente datato – che ritraggono un uomo apparentemente identificabile in Giardiello che entrava dal varco di via Manara. La scarsa qualità delle immagini, tuttavia, ha lasciato aperto il dubbio, per dissipare il quale – come rivelato dal Corriere della Sera – il procuratore di Brescia Tommaso Bonanno e la pm Isabella Samek Lodovici stanno ora lavorando sull'ipotesi alternativa: l'ingresso dell'assassino in tribunale attraverso il metal detector. Una ricostruzione simile sarebbe avvalorata dalle immagini di Giardiello mentre parcheggia lo scooter in via San Barnaba, dinanzi ad un ingresso misto. Qui il varco con il metal detector sarebbe obbligatorio per tutti, meno che per gli "addetti ai lavori" controllati invece dal personale di vigilanza.

Nuove immagini del circuito interno mostrerebbero una prima persona passare sotto al cercametalli, che a questo punto suona. Il personale controlla il cittadino, verifica che il suono sarebbe stato causato da monete e fibbie metalliche. Nel frattempo una seconda persona, che potrebbe essere appunto Giardiello, passa sotto al metal detector che anche in questo caso emette il suono di allarme. Il personale, questa volta, fa passare senza ulteriori controlli. Una circostanza del tutto casuale che il killer avrebbe potuto usare psicologicamente anche per sospendere il giudizio. Al momento dell'arresto mormorò ai carabinieri "quando ho superato il varco ho pensato: se mi fanno passare con la pistola, lo faccio…".

La nuova ricostruzione, se confermata, cambierebbe peso e distribuzione delle responsabilità. In primo luogo Giardiello si sarebbe recato nel Tribunale con possibilità quasi nulle di superare i controlli, il che potrebbe rivelare il recondito desiderio di essere catturato, più che di compiere la mattanza. In secondo luogo, la responsabilità di aver fatto passare l'assassino si sposterebbe da una società di sicurezza ad un'altra, riducendo di fatto anche quella dello Stato che comunque avrebbe fornito la security degli strumenti idonei ad individuare facilmente il soggetto pericoloso.

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