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Strage di via Broschi, chiuse le indagini: “Pellicanò agì per motivi futili e abietti”

Strage di via Broschi: chiuse le indagini Pellicanò accusato oltre che di strage, per la morte dell’ex Micaela Misella e di due studenti marchigiani, anche di devastazione. Per l’uomo che provocò l’esplosione nell’appartamento con le due figlie anche l’aggravante dei motivi futili e abietti.
A cura di Valerio Renzi
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Chiuse le indagini per la strage di via Broschi a Milano quando, lo scorso 12 giugno, per un'esplosione dovuta ad una fuga di gas persero la vita Micaela Misella, 41 anni, e due giovani studenti marchigiani nell'appartamento affianco. Ora per Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario di 53 anni ritenuto responsabile della deflagrazione ed ex compagna della Misella, si aggiunge anche l'accusa di devastazione, con l'aggravante di aver agito in presenza di minori: nell'esplosione sono infatti rimaste ferite le figlie dell'uomo di 7 e 11 anni,

L'uomo era già accusato di strage, e per entrambi i reati si aggiunge l'aggravante dei "motivi abietti e futili". Pellicanò confessò subito il suo gesto, spiegando agli inquirenti di aver scollegato il tubo del gas perché l'ex compagna si stava per trasferire con un altro uomo portando con se le figlie. La perizia psichiatrica eseguita su ordine del gip e richiesta del pm, ha riconosciuto un ‘vizio parziale di mente' per l'uomo, dovuto a una grave depressione.

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