Strage di piazza della Loggia a Brescia, confermati gli ergastoli per Maggi e Tramonte
Il procuratore generale della Cassazione Alfredo Viola ha chiesto e ottenuto la conferma dalla corte di Cassazione della condanna all'ergastolo per Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, considerati uno dei mandanti (Maggi) e degli esecutori materiali (Tramonte) della strage di piazza della Loggia, a Brescia. Maggi, ex leader dell'organizzazione neofascista Ordine Nuovo, e Tramonte, ex informatore dei servizi segreti conosciuto come "fonte Trifone", erano stati condannati all'ergastolo al termine del processo d'appello bis il 27 luglio del 2015 a Milano. Una sentenza arrivata dopo otto ore di camera di consiglio e a 41 anni dalla strage, nella quale il 28 maggio 1974 morirono otto persone e altre 102 rimasero ferite, dilaniate dallo scoppio di un ordigno durante una manifestazione contro il terrorismo di matrice neofascista.
Secondo il pg della Cassazione Viola il verdetto emesso allora dai giudici di Milano è da confermare. Nella sua requisitoria Viola ha affermato: "È arrivato il momento nel quale il popolo italiano può finalmente fare i conti con la storia del proprio Paese, davanti alle responsabilità accertate dalla sentenza dei giudici di Milano che ha fatto luce sugli anfratti più bui degli anni della strategia della tensione, compresi gli anfratti istituzionali".
La Cassazione ha messo fine a una vicenda processuale infinita. Maggi e Tramonte erano stati infatti assolti in appello nel 2012 (assieme agli altri imputati Delfio Zorzi e Francesco Delfino) in quello che era stato il terzo processo sulla strage. La Suprema corte aveva però annullato la sentenza il 21 febbraio del 2014, disponendo un nuovo processo d'appello per i soli Maggi e Tramonte che aveva portato all'ergastolo per i due imputati.