Strage di piazza della Loggia a Brescia, 41 anni dopo ergastolo per Maggi e Tramonte
Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte sono stati condannati all'ergastolo per la strage di piazza della Loggia, avvenuta a Brescia il 28 maggio 1974. La sentenza del processo d'appello bis è stata pronunciata dalla seconda Corte d'assise d'appello di Milano poco dopo le 21 di mercoledì 22 luglio 2015, 41 anni dopo l'attentato che fece otto morti e 102 feriti. Alla lettura della sentenza, arrivata dopo otto ore di camera di consiglio, i familiari delle vittime, presenti in aula, sono scoppiati in lacrime. Manlio Milani, il presidente dell'Associazione familiari vittime della strage, ha detto che il verdetto è "decisivo per la storia del Paese" e adesso dovrà aprire una profonda riflessione su quanto avvenne in Italia negli anni dal 1969 al 1974, inizio di quella che viene ricordata come strategia della tensione.
I due neofascisti Maggi e Tramonte ritenuti mandanti della strage
I due neofascisti veneti Maggi e Tramonte sono stati ritenuti dalla corte i mandanti della strage di piazza della Loggia, avvenuta mentre era in corso una manifestazione antifascista. Maggi negli anni '70 era leader del movimento di estrema destra Ordine nuovo – sciolto un anno prima della strage – nel Triveneto, mentre Tramonte, militante dell'estrema destra, è stato un informatore dei servizi segreti, conosciuto con il nome in codice di "fonte Tritone". I due erano stati assolti in appello nel 2012 in quello che è stato il terzo processo sulla strage. La sentenza era stata però annullata il 21 febbraio dell'anno scorso dalla Corte di Cassazione, che aveva disposto un nuovo processo d'appello per Maggi e Tramonte confermando invece le assoluzioni per Delfio Zorzi e Francesco Delfino, altri imputati nei diversi processi intentati per l'attentato. Carlo Maria Maggi, oggi 80enne, non è mai stato presente alle udienze del processo d'appello bis. Il suo legale aveva chiesto un rinvio della sentenza proprio per le condizioni di salute del suo assistito.