Strage di Erba, detenuto rifiuta di uscire dal carcere di Bollate: sarebbe innamorato di Rosa Bazzi
Nel carcere di Bollate, dove sta scontando l'ergastolo per la strage di Erba, Rosa Bazzi avrebbe conquistato il cuore di un detenuto. La notizia è stata riportata dalla testata "La Provincia di Como" ma non è stata finora confermata dal legale della 55enne, Fabio Schembri. Il quale però, al "Corriere della sera", ha anche precisato che la vita affettiva della sua assistita non è un argomento che lo riguarda. Rosa Bazzi è sposata con Olindo Romano, anche lui condannato all'ergastolo come la moglie per gli omicidi di Raffaella Castagna, del piccolo Youssef Marzouk, di Valeria Cherubini e di Paola Galli e per il ferimento di Mario Frigerio, avvenuti l'11 dicembre del 2006 nel Comasco. I due coniugi continuano a incontrarsi tre volte al mese nel carcere di Opera, dove è detenuto Olindo Romano.
Le voci sul detenuto innamorato di Rosa Bazzi circolerebbero da tempo
Ma è nell'altro penitenziario, quello "modello" di Bollate (dove, tra gli altri, è detenuto anche l'ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni), che da tempo circolerebbero le voci di un'infatuazione di un detenuto per Rosa Bazzi. A conferma delle voci ci sarebbe anche la decisione del detenuto di rinunciare alla possibilità di lavorare fuori dal carcere, in regime di semilibertà, pur di non allontanarsi dalla 55enne. Decisione che il detenuto avrebbe preso la scorsa settimana davanti a un giudice del tribunale di Sorveglianza. Per l'avvocato della coppia queste voci su un nuovo spasimante di Rosa Bazzi potrebbero essere una sorta di attacco ai suoi assistiti, orchestrato da qualche loro avversario. La strage di Erba è da tempo al centro delle cronache, anche per via di alcuni tentativi di mettere in discussione quella che per la giustizia italiana è una sentenza ormai definitiva. A contribuire a questi tentativi negli scorsi giorni (ma era già successo in passato) è stato Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef. L'uomo ha chiesto alla procura generale di Milano la revisione della sentenza: secondo lui Rosa Bazzi e Olindo Romano sarebbero innocenti e l'autore della strage, una persona da lui conosciuta, sarebbe ancora a piede libero.