Stop alle targhe straniere per il Decreto Salvini: prima maxi multa a Milano
Chi ha un'auto con la targa straniera farà bene a stare attento. Anche a Milano è stato applicato per la prima volta il Decreto sicurezza voluto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, nella parte che riguarda tutte le autovetture immatricolate all'estero. Tra le norme del tanto contestato decreto (soprattutto nelle parti che riguardano l'immigrazione) ce n'è infatti una che vuole debellare un fenomeno molto diffuso nel capoluogo lombardo (e non solo): quello di chi va in giro per le strade di Milano con auto (spesso di lusso) con targhe straniere: Svizzera, Germania e Stati Uniti le più gettonate, anche se non mancano il Principato di Monaco e la Repubblica di San Marino. Non si tratta di un'invasione di turisti: in molti casi è infatti un trucco che consente di infischiarsene del codice della strada, perché per il Comune di Milano (e gli altri comuni italiani) è poi difficile intascare i soldi delle eventuali multe inviate ai possessori dei veicoli. Non solo: con la targa straniera si può evitare di pagare il bollo e soprattutto il superbollo per le auto di lusso: motivo per cui spesso si vedono in giro per Milano supercar con targhe strane.
La prima multa salata a Milano
Nello specifico il Decreto sicurezza vieta di circolare con un veicolo immatricolato all'estero a chi sia residente in Italia da oltre due mesi, con alcune deroghe. Lo scorso venerdì 4 gennaio, come riporta il "Corriere della sera", la polizia locale milanese ha elevato la prima sanzione: un uomo a bordo di un'auto con targa romena è stato multato di 712 euro, oltre a subire il fermo amministrativo del mezzo con 180 giorni per regolarizzare la propria posizione, pena confisca. Una maxi multa, anche se poteva andargli peggio: il verbale può arrivare fino a un massimo di 2.848 euro. Per mettersi in regola, stando alla legge, l'automobilista dovrà reimmatricolare il veicolo in Italia o lo dovrà portare all'estero, nel Paese a cui si riferisce la targa, con foglio di via.