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Stilista trovata impiccata a Milano: Carlotta Benusiglio aveva assunto molto alcol

Gli esami tossicologici sul corpo di Carlotta Benusiglio hanno evidenziato che la stilista, trovata morta a Milano all’alba del 31 maggio, aveva bevuto molto alcol. Un elemento che era già stato evidenziato dai racconti del fidanzato della donna, la cui versione è al vaglio degli inquirenti. Non è ancora stato rintracciato il tassista che avrebbe riaccompagnato l’uomo a casa.
A cura di Francesco Loiacono
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I racconti del suo fidanzato lo avevano già evidenziato. Ma adesso arriva anche la conferma dagli esami tossicologici: Carlotta Benusiglio, la stilista di 37 anni trovata morta a Milano all'alba del 31 maggio, aveva assunto molto alcol. Nel corpo della donna, trovata impiccata con la sua sciarpa a un albero dei giardini di piazza Napoli, sono stati trovati 2,2 grammi di alcol per litro di sangue. Una quantità molto alta, se si pensa che il limite entro il quale è possibile mettersi alla guida è di 0,5 grammi per litro.

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Al contrario, non sono emerse dalle analisi tracce di sostanze stupefacenti o tossiche. Quanto emerso dagli esami tossicologici naturalmente nulla dice, nello specifico, sulla dinamica della morte della stilista. Resta quindi aperta l'inchiesta aperta contro ignoti per istigazione al suicidio, anche se il fascicolo è stato aperto più che altro per ragioni tecniche legate al prosieguo delle indagini. Il punto fermo è che, come emerso dall'autopsia, sul corpo della donna non sono state trovate tracce – lesioni o altri segni – che possano far ritenere che la sua morte sia stata provocata da un'altra mano: lo "strangolamento suicidario" e la morte per "strangolamento autoindotto"  sono ritenute le ipotesi più plausibili.

Le indagini potrebbero concludersi nel giro di poche settimane

Il suicidio continua a non essere ritenuto credibile dalla famiglia di Carlotta, che attende con ansia la conclusione delle indagini affidate alla squadra mobile di Milano e coordinate dal pubblico ministero di Milano Antonio Cristillo: potrebbero concludersi nel giro di alcune settimane, necessarie per permettere l'acquisizione dei filmati delle telecamere dislocate in piazza Napoli, dei tabulati telefonici e per effettuare alcuni esami genetici sul corpo della stilista, alla ricerca di tracce di dna di terze persone.

Al vaglio degli inquirenti c'è soprattutto il racconto del fidanzato della vittima. Il loro era un rapporto molto burrascoso, come testimoniano le numerose denunce della stilista a carico dell'uomo, osteggiato dalla famiglia di Carlotta. Il fidanzato ha detto di aver trascorso il lunedì prima della tragedia con la stilista: i due sono andati fuori a bere, poi hanno litigato e verso le due di notte sono tornati verso casa della donna, in piazza Napoli. Qui il fidanzato l'avrebbe lasciata e se ne sarebbe tornato a casa in taxi, per poi accorgersi solo in un secondo momento che Carlotta si era dimenticata le chiavi di casa all'interno della sua auto. Non è però ancora stato individuato il tassista che l'avrebbe riaccompagnato a casa.

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