Stefano Rho torna a insegnare: era stato licenziato perché fece pipì in un cespuglio

Lieto fine per il caso di Stefano Rho, il professore di Bergamo che era stato licenziato perché non aveva riportato, in un'autocertificazione, una condanna ricevuta anni prima per aver fatto la pipì in un cespuglio. Come riporta il Corriere della sera – che aveva sollevato il caso – questa mattina il giudice del tribunale del Lavoro di Bergamo Raffaele Lamenta ha deciso il reintegro del docente, oltre alla restituzione dei due mesi di stipendio non percepiti a causa del licenziamento.
Gli alunni di Stefan Rho avevano scritto a Mattarella
Rho era stato licenziato lo scorso 26 gennaio. Il suo caso aveva suscitato le proteste dei suoi alunni del liceo linguistico Falcone di Bergamo, che avevano organizzato lo scorso 6 febbraio una manifestazione di protesta e avevano scritto una lettera indirizzata al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Il caso aveva finito col coinvolgere anche la politica a più livelli, con l'annuncio di interrogazioni parlamentari e una mozione del Consiglio provinciale di Bergamo a favore del reintegro del docente.
Il licenziamento del professore aveva anche portato alla luce una delle tante storture burocratiche presenti in Italia. L'errore di Rho era nato, difatti, anche dal fatto che nella sua "fedina penale" non compariva il decreto penale per la pipì fatta nel cespuglio ben 11 anni fa: la cosiddetta "non menzione". Al contrario, però, la pubblica amministrazione chiede che tutte le persone che si candidano per un posto di lavoro citino anche "condanne" di questo tipo, che spesso per la loro lievità o perché subite molto indietro nel tempo possono sfuggire ai diretti interessati.
In effetti Stefano Rho, pur esprimendo la propria contentezza per ha parlato di "vittoria mutilata, affermando che la normativa resta comunque ingiusta. Il docente, che all'esterno del tribunale ha trovato ad attenderlo alcune sue alunne, tornerà a insegnare dopo Pasqua: "Sarà come un primo giorno di scuola per me".