Statale, addio a Città studi: le facoltà scientifiche traslocano a Expo. Cambia il volto di Milano
Martedì 6 marzo 2018 rischia di diventare una data storica per Milano. Con una decisione del Senato accademico (25 voti favorevoli e sette contrari), l'Università Statale ha dato il via libera definitivo al trasferimento delle facoltà scientifiche dal quartiere Città studi all'area che ha ospitato l'Expo. Due zone opposte che si troveranno a fronteggiare fortissimi cambiamenti determinando nuovi equilibri nella metropoli. Dalla zona Est, dove si trova lo storico quartiere di Città studi (che ospita, oltre alle Facoltà scientifiche della Statale, anche parte di quelle afferenti al Politecnico), circa 18mila studenti, 1.800 ricercatori e 500 tra tecnici e amministrativi si trasferiranno nel sito di Rho-Pero, alla periferia nord ovest di Milano, che nel 2015 ha ospitato l'Esposizione universale: "In gioco non c’è un semplice trasloco, ma un’opera strategica destinata a cambiare il modo di fare ricerca e la didattica", ha detto il rettore della Statale Gianluca Vago al "Corriere della sera". Ma le polemiche sono furiose e, ieri, si sono concretizzate in una manifestazione di studenti, centri sociali e residenti del quartiere Città studi che ha visto anche scontri e momenti di tensione con le forze dell'ordine.
Via libera all'iter per il trasferimento
Con la ratifica del Senato accademico – il terzo parere positivo dato dagli organi di governo della Statale -, arrivata dopo che anche il Consiglio d'amministrazione dell'università aveva espresso parere favorevole, si avvia l'iter procedurale per realizzare il nuovo campus della Statale nell'area Expo. Un progetto su cui la prima manifestazione di interesse degli organi di governo dell'università era arrivata nel luglio 2016: "Due le condizioni poste in quella sede – si legge in un comunicato ufficiale della Statale – e al termine un'istruttoria durata circa un anno e mezzo, considerate entrambe soddisfatte positivamente dagli organi accademici: la coerenza del Masterplan, rispetto ai requisiti fissati dalla Statale per la realizzazione del Campus, e la sostenibilità finanziaria del progetto stesso". Soprattutto quest'ultimo punto è al centro di alcune tra le tante critiche al progetto: molti studenti temono che l'Ateneo possa trovarsi indebitato usando per la costruzione del nuovo campus – il cui costo stimato è di 350 milioni di euro – risorse che potrebbero invece essere impiegate per il miglioramento della didattica e per il diritto allo studio.
Individuate due procedure alternative per finanziare il nuovo campus
Da qui le precisazioni della Statale: per far sì che l'investimento per il nuovo campus non intacchi il bilancio dell'Ateneo, destinato "alla complessità delle attività didattiche e scientifiche", sono state individuate due procedure alternative che saranno valutate nelle prossime settimane: un appalto tradizionale o il cosiddetto "project financing" (finanza di progetto). In quest'ultimo caso, si indirebbe una gara per concedere la concessione di costruzione e gestione dell'area a un privato che cofinanzierebbe l'opera in cambio della riscossione di un affitto, pagato dall'Ateneo. Il canone annuo sarebbe equivalente alle attuali spese di gestione degli edifici di Città studi che, specifica la Statale in una nota, sono "in continua crescita per i numerosi interventi di manutenzione straordinaria resi necessari dall'obsolescenza dell'infrastruttura edilizia e impiantistica". Un'offerta in questo senso è già arrivata lo scorso 23 febbraio dal colosso australiano Lendlease, che negli scorsi mesi si è aggiudicato il maxi bando per il Masterplan di Expo (cioè il progetto complessivo dell'area). L'Ateneo dovrà esaminarla e pronunciarsi a riguardo entro 90 giorni. Se approvata, il nuovo campus sarà realizzato da cronoprogramma in tre anni solari a partire dalla firma del contratto: verosimilmente nel 2022.
La Statale dispone di 135 milioni di euro da usare solo per il nuovo campus
Per quanto riguarda le risorse proprie della Statale, l'Ateneo al momento può disporre di 135 milioni di euro stanziati per la valorizzazione dell'area Expo – e che quindi, precisa la Statale, sono utilizzabili solo ed esclusivamente per il Campus. In futuro dall'alienazione del patrimonio immobiliare di proprietà dell'università a Città studi entreranno nelle casse dell'Ateneo oltre 175 milioni di euro, soldi che però non saranno usati per finanziare il nuovo campus in nessun caso. Sia che si dovesse procedere a una gara tradizionale sia nel caso di "project financing", l'esposizione economica dell'Ateneo, secondo quanto rendono noti i vertici della Statale, verrebbe "in larga parte finanziata dai risparmi sui costi di gestione che saranno consentiti dall'efficientamento strutturale ed energetico del nuovo Campus".
Il nuovo campus sarà pronto nel 2022
Il nuovo campus della Statale ad Expo sorgerà su un'area di circa centomila metri quadri all'incrocio tra i due assi viari principali del sito di Rho-Pero, il cardo e il decumano, accanto a Palazzo Italia e all'Albero della vita, due delle strutture superstiti dopo l'Esposizione universale. Vi troveranno posto impianti sportivi, residenze per studenti, ricercatori e professori e molto verde. Se il cronoprogramma sarà rispettato, il nuovo campus sarà pronto nel 2022: da quella data circa ventimila persone abbandoneranno Città studi per popolare l'ex area Expo. Uno spostamento di massa che causerà sicuramente conseguenze importanti: se positive o negative lo si vedrà probabilmente solo a giochi ormai fatti.