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Stacca l’orecchio a un tassista: il bodybuilder chiede l’affidamento ai servizi sociali

Antonio Bini, il body builder milanese che lo scorso 28 novembre staccò il lobo di un orecchio a un tassista durante una colluttazione, ha chiesto l’affidamento in prova ai servizi sociali. Sospeso il processo a suo carico con l’accusa di lesioni aggravate dai futili motivi.
A cura di Francesco Loiacono
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Antonio Bini, il body builder milanese che lo scorso 28 novembre staccò il lobo di un orecchio a un tassista durante una colluttazione, ha chiesto l'affidamento in prova ai servizi sociali. La richiesta da parte dei legali del 29enne ha comportato lo stop al processo a suo carico con l'accusa di lesioni aggravate dai futili motivi: il prossimo 18 aprile il giudice si pronuncerà nel merito e deciderà se consentire a Bini di svolgere lavori socialmente utili per alcuni mesi.

L'aggressione lo scorso novembre ripresa dalle telecamere

Il body builder era stato arrestato e posto ai domiciliari subito dopo l'aggressione al tassista Pier Federico Bossi. Un'aggressione che era scaturita dopo una lite per futili motivi in via Lepetit a Milano, in zona stazione Centrale. Il tassista aveva appena fatto scendere un cliente e si era fermato per bere un caffè in un bar. Poi era salito in auto ed era ripartito senza accorgersi di un'altra vettura, quella di Bini, che stava sopraggiungendo. Il body builder era riuscito a evitare l'impatto con una brusca sterzata e si era poi fermato per insultare il tassista. Tra i due era partito un diverbio a distanza che era poi degenerato: il body builder si era fermato ed era sceso dall'auto, avvicinandosi al tassista e aggredendolo. Tutta la scena era stata ripresa dalle telecamere.

Dopo l'aggressione e l'arresto, Bini era poi tornato libero lo scorso 9 febbraio, dopo aver risarcito il tassista con 28mila euro, oltre a cinquemila euro di spese legali. Gli avvocati di Bini, Beatrice Saldarini e Patrizia Pancanti, hanno presentato adesso al giudice la richiesta di affidamento in prova depositando i documenti presso l'Uepe, l'Ufficio per l'esecuzione penale esterna del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.

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