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Soldi e cene per cancellare le multe: arrestati tre vigili urbani di Milano

Tre vigili urbani di Milano, un agente e due operatori amministrativi, sono stati arrestati dai carabinieri perché accusati a vario titolo di accesso abusivo a sistema informatico, frode informatica ai danni della pubblica amministrazione, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale e corruzione. Avrebbero cancellato alcune multe o avrebbero fatto pagare sanzioni in misura ridotta in cambio di soldi, cene, trattamenti estetici e sanitari.
A cura di Francesco Loiacono
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I carabinieri hanno chiamato l'operazione "ghisa scura", forse per via dell'ombra che getta sul corpo dei vigili urbani di Milano, soprannominati affettuosamente "ghisa" dai milanesi. Tre appartenenti alla polizia locale del capoluogo lombardo sono stati arrestati oggi, venerdì 26 luglio, dai carabinieri del comando provinciale di Milano. I tre, un agente e due operatori amministrativi, sono accusati a vario titolo di accesso abusivo a sistema informatico, frode informatica ai danni della pubblica amministrazione, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale e corruzione. Stando a quanto emerso dalle indagini coordinate dalla procura della Repubblica e condotte dal Nucleo investigativo di Milano i tre indagati, sfruttando la possibilità di accedere al software che gestisce la riscossione delle multe per le infrazioni al Codice della strada, avrebbero cancellato alcune sanzioni nei confronti di persone terze e in altri casi avrebbero fatto pagare le multe in misura ridotta, anche quando i termini consentiti per legge erano scaduti. In cambio di questi favori gli indagati avrebbero ricevuto soldi e altri "benefit" come cene presso ristoranti, trattamenti estetici e anche prestazioni sanitarie.

Il danno erariale stimato è di oltre 31mila euro

L'inchiesta è partita nel gennaio del 2018 a seguito di una denuncia presentata alla caserma dei carabinieri di Rozzano, nell'hinterland milanese. In totale, il danno erariale ai danni del Comune di Milano, per le sanzioni non incassate, ammonta a oltre 31mila euro. L'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei tre "ghisa" infedeli è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano.

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