So Lunch: a Milano la nuova start up per mangiare a casa di chi vuoi
Che la classica "schiscetta" (il classico pranzo al sacco da portare al lavoro) sia oramai passata di moda nella Milano che detta legge in fatto di ultime tendenze? A quanto pare nel capoluogo meneghino ci sono novità in arrivo e non riguardano questa volta il campo della moda, bensì quello più glam del food. La notizia interessa tutti, dai colletti bianchi, agli studenti con lo zaino in spalla, passando per gli universitari con la kefiah, fino ai creativi in sneakers e alle manager in tacchi e tailleur. Tutte categorie che all'ora di pranzo hanno un'unica inequivocabile esigenza: mangiare e farlo, possibilmente, nel miglior modo possibile.
In risposta a quest'esigenza, arriva So Lunch, una start up nel campo gastronomico a cui è possibile accedere tramite un sito (per ora disponibile solo a Milano e a Roma), che mette in contatto i cittadini: da un lato, quelli che sono a casa e possono preparare un boccone e, dall’altra, quelli che all'ora di pranzo staccano il pc e hanno voglia di un ambiente familiare dove riempirsi lo stomaco.
Questa l'ultima frontiera dell’home restaurant, dal valore tanto utilitaristico quanto etico: un modo pratico e intelligente per mettere in rete esigenze e bisogni delle persone, accomunate da un bisogno comune.
Come funziona il servizio
Sia i proprietari delle case che i clienti si registrano al sito. Chi vuole offrire la propria abitazione e il pranzo scrive la sua proposta giornaliera: menu, prezzo ed eventuali annotazioni. Il cliente, invece, inserisce il cap della zona in cui lavora o studia e consulta l’elenco delle case più vicine e il menu. A fine pasto, clienti e proprietari inseriscono la rispettiva recensione. L’unica regola da rispettare è che entrambi carichino gli estremi dei loro documenti di identità.
I Prezzi:
Per ogni persona, il prezzo varia dai 7 ai 10 euro e viene corrisposto online.
I Numeri:
Secondo le statistiche, sono 12 milioni gli italiani che mangiano fuori casa, ma di contro, sono 17 milioni quelli che tutti i giorni pranzano a casa: da qui l'esigenza dei fondatori di questa startup di fare incontrare questi due mondi: chi sfama e chi è sfamato, in nome della sharing economy del web. Al momento il progetto conta solo 500 iscritti, ma il numero di utenti e di bocche da sfamare potrebbe rapidamente aumentare.