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Sgarbi fa svegliare un sindaco del Bresciano dai carabinieri: voleva vedere un museo

Nella notte tra il 29 e il 30 dicembre scorsi Vittorio Sgarbi ha chiamato il Viminale per riuscire a contattare il sindaco di Mazzano, comune in provincia di Brescia, in quanto desideroso di vedere con urgenza un quadro esposto in un museo del paese. Il primo cittadino è stato svegliato a mezzanotte dai carabinieri, che gli hanno passato al telefono il critico d’arte. Ironia della sorte: il quadro non era più esposto nel museo.
A cura di Francesco Loiacono
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La recente operazione chirurgica alla quale è stato sottoposto non sembra aver scalfito più di tanto il carattere vulcanico di Vittorio Sgarbi. Ne è riprova l'ultimo episodio quantomeno insolito che ha visto per protagonista il critico d'arte. Secondo quanto ricostruito dall'Ansa e dal Corriere della sera, nella notte tra il 29 e il 30 dicembre scorsi Sgarbi, mosso dall'impulso irrefrenabile di vedere un quadro esposto in una villa museo di Mazzano, paesino del Bresciano, non ha esitato a contattare il super centralino del ministero dell'Interno per riuscire a rintracciare il sindaco, che alla fine è stato raggiunto dai carabinieri nel bel mezzo della notte.

Il sindaco è stato svegliato a mezzanotte dai carabinieri

Il primo cittadino, Maurizio Franzoni, si è così trovato di fronte a mezzanotte i militari che, per citofono, gli hanno comunicato che c'era una chiamata d'emergenza da Roma. Dopo aver pensato a una disgrazia o a una vera emergenza, è arrivato il chiarimento: dall'altro capo del telefono Sgarbi ha spiegato al sindaco di voler vedere un quadro esposto ai musei Mazzucchelli, nell'omonima villa. Il primo cittadino pare che non si sia scomposto più di tanto, anche se afferma di essere rimasto "stupito" dalla procedura utilizzata. Sgarbi aveva provato a chiamare direttamente il sindaco Franzoni, che però aveva il cellulare in modalità "silenziosa" e non ha sentito dunque la chiamata.

Da qui l'idea del critico d'arte di rivolgersi al centralino del Viminale, chiamato in gergo tecnico la "batteria", dove Sgarbi ha affermato candidamente di avere molti amici ai quali ha motivato la sua richiesta sostenendo che fosse "urgentissima". Ironia della sorte, alla fine Sgarbi è riuscito a soddisfare la sua voglia urgente e a visitare villa Mazzucchelli, anche se proprio il quadro che voleva ammirare non c'era: da tempo è infatti esposto in un altro luogo.

La smentita di Sgarbi: "Letteratura fantastica"

A smentire l'episodio è stato il diretto interessato."L'ignoranza gioca brutti scherzi. Così una bella occasione di fine anno diventa una notizia scandalistica", ha dichiarato Vittorio Sgarbi. "Vicino a Brescia, a Ciliverghe di Mazzano – spiega – c'é la bella Villa Mazzucchelli, sede di una Fondazione privata con un museo del Vino e altre collezioni. Sono andato a visitarla, apprezzandone l'ottima gestione, sotto la direzione di Pierangela Gemignani, accolto calorosamente dal sindaco, dal Presidente del Consiglio comunale, da giornalisti e curiosi. Negli spazi belli e ordinati ho immaginato attività culturali e mostre. Sono (ancora) assessore della Città di Urbino. Questa é la notizia. Per visitare la Fondazione ho chiamato il sindaco, come in questi casi si fa sempre. Il Ministero dell'Interno non c'entra nulla, se non per quell'apparato funzionale che si chiama ‘batteria', e che non è altro che il centralino telefonico del Viminale che mette in collegamento istituzioni e persone".

"Ho chiamato alle 11,00 di sera del 29 dicembre, il sindaco ha risposto pochi minuti dopo perché aveva la suoneria del telefono disattivata. Ho spiegato il mio interesse ed ho annunciato la mia visita per il 31 dicembre. Tutto il resto – si legge ancora nella nota – è letteratura fantastica, buona perché fa parlare di Villa Mazzucchelli, che merita di essere conosciuta e visitata, dove potremo, forse, ospitare il Museo della Follia, temporaneamente esposto a Mantova".

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