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Seveso, il 10 luglio 1976 il disastro Icmesa e la fuoriuscita di una nube tossica di diossina

Il 10 luglio del 1976 la cittadina di Seveso, in Brianza, veniva avvolta da una nube di diossina sprigionata da un’incidente nello stabilimento della Icmesa di Meda. Il disastro ambientale e sanitario non provocò morti, ma ebbe conseguenze terribili sulla salute degli abitanti della zona. Centinaia di persone furono sfollate, intere piantagioni morirono e migliaia di capi di bestiame furono abbattuti. Ancora oggi gli studi mostrano una maggiore probabilità di alterazioni ormonali nei neonati dati alla luce da donne residenti nella zona più colpita.
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A cura di Simone Gorla
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Erano 12 e 28 di sabato 10 luglio 1976, quando nello stabilimento della Icmesa di Meda, un'azienda chimica al confine con il comune di Seveso, si verificò un grave guasto all'impianto di produzione del triclorofenolo, un componente di diversi diserbanti. Il reattore andò in avaria, la temperatura salì, il reattore non esplose ma si verificò una massiccia diffusione nell'aria di una sostanza nota come diossina TCDD, altamente velenosa e pericolosa per la salute umana. La nube tossica fu portata dal vento sui vicini abitati di Meda, Cesano Maderno, Limbiate e Desio, ma soprattutto su Seveso.

Disastro di Seveso: la contaminazione ha conseguenze ancora oggi

Gli effetti della contaminazione da diossina furono gravissimi e immediati. Molti testimoni hanno raccontato di aver avvertito da subito un odore acre e infiammazioni agli occhi. Non ci furono morti, ma centinaia di sfollati furono costrette a lasciare le proprie case, qualcuno temporaneamente e altri per sempre. Molte abitazioni, infatti, furono abbattute perché ormai compromesse. Quasi 250 persone furono colpite da una grave dermatosi provocata dall'esposizione al cloro e ai suoi derivati, che crea lesioni e cisti sebacee. Gli effetti sulla salute della popolazione esposta si sentono ancora oggi. A quasi mezzo secolo dall'incidente gli studi mostrano ancora una maggiore probabilità di alterazioni ormonali nei neonati dati alla luce da donne residenti nella zona A (quella dove l'esposizione alla diossina fu più alta).

Gli effetti della diossina: strage di piante e animali

Gli effetti del veleno immesso nell'aria colpirono anche piante e animali. Le coltivazione della zona morirono per l'effetto diserbante della diossina. Migliaia di capi di bestiame contaminati furono abbattuti. Uno degli aspetti più gravi della vicenda è che la popolazione della zone venne a conoscenza degli effetti sulla salute con molti giorni di ritardo. La vera proporzione del disastro ambientale trapelò sui giornali solo una settimana dopo l'incidente.

La "direttiva Seveso" per prevenire i disastri

Quello avvenuto a Seveso fu "uno dei più gravi incidenti industriali mai verificatisi su scala mondiale", ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione dei quarant'anni dall'incidente. Il disastro portò anche un effetto positivo: la creazione a livello europeo della direttiva 82/501/CEE, nota proprio come "direttiva Seveso": una norma che invitava gli Stati europei a individuare i propri siti industriali a rischio di gravi incidenti.

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