Sesto San Giovanni, dopo la circolare di Salvini sgomberato il collettivo “Aldo dice 26×1”
Nell'ex palazzo dell'Alitalia che si trova in piazza don Mapelli, a Sesto San Giovanni, il collettivo "Aldo dice 26×1" era nato, per dare una risposta "dal basso" all'emergenza abitativa a Milano e nel Milanese. E nello stesso palazzo, a distanza di anni, lo scorso sabato le famiglie che fanno parte del collettivo erano tornate dopo aver accettato di lasciare l'edificio in via Oglio, precedentemente occupato a Milano, a seguito della mediazione del Comune. Ma stamattina per gli occupanti del palazzo, sempre in stato di abbandono (ma con luce e riscaldamento funzionanti) ma nel frattempo passato a un'altra proprietà, è arrivato lo sgombero, chiesto a gran voce dal sindaco di centrodestra Roberto Di Stefano: "Una vittoria della legalità", ha scritto il primo cittadino che ha strappato l'ex Stalingrado d'Italia alla sinistra dopo 70 anni sul proprio profilo Facebook, ringraziando prefetto, questore e forze dell'ordine "per la rapidità con cui hanno applicato la nuova circolare del Ministro Salvini", quella – emessa proprio sabato 2 settembre – in cui il ministro dell'Interno ordinava il censimento di tutte le occupazioni abusive e lo sgombero dei palazzi occupati.
"Sicurezza e legalità sono la priorità per la nostra amministrazione", ha scritto Di Stefano. Ma intanto si attende di capire quale sarà il destino degli occupanti, persone che non possono permettersi una casa e che, dopo essere partiti da Milano in direzione Sesto San Giovanni, rischiano adesso di non avere più un tetto sulla loro testa. Tra loro vi sono anche 25 bambini, che sono stati tenuti all'interno dello stabile dalle forze dell'ordine assieme ai loro famigliari, circa 30 adulti, in attesa di una soluzione. Le operazioni di sgombero sono avvenute senza scontri, anche se in un'atmosfera piuttosto tesa. Alcune delle centinaia di persone che lo scorso sabato avevano occupato l'ex palazzo dell'Alitalia hanno fatto ritorno alla precedente sede del collettivo, in via Oglio, che dopo un accordo col Comune annunciato negli scorsi giorni da Palazzo Marino dovrà però essere liberato entro il 6 settembre, ultimo giorno in cui verrà fornita la corrente elettrica: "Dopo che fine faranno queste persone?", si è chiesto Walter Gelli del sindacato Cub, parlando delle "173 persone, di cui 70 bambini che non sanno dove andranno a dormire nei prossimi giorni".
Sullo sgombero si è consumata anche una polemica politica, con un botta e risposta tra l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo Di Corato e l'assessore comunale alle Politiche sociali di Milano, Pierfrancesco Majorino: secondo De Corato quanto è avvenuto a Sesto "dimostra ancora una volta che l'approccio al problema del Sindaco Sala, di traslochi spacciati per sgomberi altro non fa che generare altre occupazioni". La replica di Majorino: "L'unico risultato dell'azione di oggi è che decine di famiglie con bambini stanno tornando a Milano e che ad esse bisognerà dare una risposta. Come sempre la destra se ne fregherà, pur avendo la responsabilità politica totale di questa vicenda visto che gestisce da anni Aler in modo folle". Ma Majorino deve fare i conti anche con gli attacchi del collettivo, con il quale i rapporti non sono mai stati idilliaci: "Non c'è nessuno qui stamattina – ha detto il coordinatore di Aldo dice 26×1 Wainer Molteni riferendosi al Pd milanese – ci hanno lasciati soli".