Sesto San Giovanni: donna annuncia il suicidio su Facebook, poliziotto legge il messaggio e la salva
“Ho chiesto aiuto ad amici, parenti, alle istituzioni, ma niente. Sembra che nessuno voglia capire. Sto cedendo, ritenetevi tutti responsabili”. Ormai esasperata, abbandonata da tutti ma non del tutto arresa, una donna di 54 anni ha affidato ai social la sua ultima richiesta di attenzione prima di togliersi la vita lanciandosi dal proprio balcone. Per caso quel messaggio nella bottiglia lanciato nel mare della rete è comparso sul display di un poliziotto del commissario di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, che ha attivato subito la macchina delle ricerche per individuare la persona in difficoltà. Se questa storia è a lieto fine è merito della sua sensibilità e della velocità con cui è intervenuto.
La malattia e il lutto
Lunedì pomeriggio ha letto il post sulla pagina “Sei di Sesto San Giovanni se…”, una pagina chiusa dedicata agli abitanti del comune a nord di Milano. Ha capito immediatamente che non si trattava di un semplice sfogo ma della richiesta reale di una donna disperata, che successivamente ha scoperto essere affetta da numerose patologie (alcune in stato avanzato) nonché da una forte depressione dovuta alla perdita del proprio bambino di tre anni durante un incidente, un lutto lontano nel tempo ma impossibile da sanare. Gli agenti della sezione anticrimine hanno rintracciato in pochi minuti l’indirizzo della donna e hanno inviato due volanti del commissariato di Sesto. Al loro arrivo la 54enne era già in piedi sulla balaustra del balcone al secondo piano, urlava frasi sconnesse rese ancor più incomprensibili della crisi di pianto.
La donna era in piedi sulla balaustra
Un poliziotto è rimasto in strada per tentare di stabilire un contatto e dare il tempo ai colleghi di salire al piano dell’appartamento. A quel punto è iniziata una lunga trattativa durante la quale la donna ha raccontato i tanti problemi che negli ultimi anni hanno reso davvero difficile la sua vita. Lo sfogo e la sensazione di avere finalmente un confronto e un conforto, l’hanno infine convinta a rinunciare alla sua intenzione e ad aprire la porta agli agenti. È stata accompagnata in ospedale per una visita psicologica e affidata ai servizi sociali per un percorso di terapia.