Sesso a pagamento con ragazzini: cinque indagati patteggiano quasi due anni e 3.500 euro in beneficenza
Il loro arresto, a gennaio di quest'anno, aveva destato parecchio scalpore. Padri di famiglia, imprenditori, operai, liberi professionisti e commercianti delle province di Milano e Pavia erano stati indagati perché coinvolti in un maxi giro di prostituzione minorile. Tredici in totale le persone coinvolte, nove quelle arrestate – due in carcere e sette ai domiciliari. Oggi cinque delle persone coinvolte hanno deciso di patteggiare: per loro una condanna fino a un anno e 11 mesi e una somma di 3.500 euro ciascuna, da versare in beneficenza ad alcune associazioni. Una pena simile era stata patteggiata da un altro degli indagati, lo scorso 14 marzo.
Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Andrea Fraioli, avevano dimostrato come gli indagati – che avevano tra i 30 e i 60 anni – avessero fatto sesso a pagamento con ragazzini dai 12 ai 17 anni. Si trattava di minorenni – quattro ragazzi tra cui due sudamericani e un italiano – provenienti da una "situazione di disagio sociale, economico ed esistenziale", secondo quanto scritto dal giudice per le indagini preliminari Livio Cristofano nell'ordinanza di custodia cautelare. I ragazzini si prostituivano per elevare le proprie condizioni di vita: lo facevano attraverso annunci online su siti di incontri per persone omosessuali, frequentati anche dagli indagati. Poche decine di euro, in molti casi, il compenso per le prestazioni sessuali concordate con i loro "clienti".
