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Servizi particolari di natura sessuale ai clienti: chiuso centro massaggi a luci rosse a Milano

Un centro massaggi a luci rosse è stato chiuso in via Melchiorre Gioia, a Milano. Già ad aprile la struttura era stata chiusa una prima volta, dopo che la polizia aveva scoperto che all’interno le massaggiatrici si prostituivano offrendo servizi sessuali a pagamento. Da qualche giorno il centro aveva riaperto i battenti: la polizia è intervenuta una seconda volta, denunciando il proprietario dello stabile.
A cura di Francesco Loiacono
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Il business dei centri massaggi a luci rosse non accenna a scomparire, anzi. L'ultima struttura del genere è stata chiusa nei giorni scorsi a Milano, in via Melchiorre Gioia. Dietro l'insegna di un normale centro massaggi si nascondeva in realtà un luogo in cui si esercitava la prostituzione. Le massaggiatrici, oltre ai comuni massaggi e trattamenti, offrivano ai clienti che pagavano un extra anche delle prestazioni particolari, di natura sessuale. Il centro massaggi era già stato chiuso una volta, lo scorso 9 aprile. Allora, gli agenti del commissariato Garibaldi Venezia avevano trovato all'interno solo una ragazza cinese di 27 anni, che aveva detto che il titolare del negozio era fuori per lavoro. La polizia le aveva intimato di chiudere l'attività e così è stato fino allo scorso 18 giugno, quando la cler del centro è stata nuovamente tirata su. È così iniziato di nuovo quel via vai di clienti, tutti uomini, che già ad aprile era stato segnalato dai residenti del palazzo alla polizia. Gli agenti sono intervenuti una seconda volta, anche dopo aver scoperto che, su internet, il centro aveva pubblicizzato la sua riapertura lasciando intendere che nulla fosse cambiato nella tipologia di servizi offerti. I poliziotti in questo caso hanno trovato all'interno della struttura due donne di 43 e 29 anni, entrambe cinesi, oltre a tremila euro in contanti, probabile incasso. Oltre a chiudere di nuovo il centro massaggi a luci rosse la polizia ha denunciato a piede libero il proprietario dell'immobile con le accuse di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione: "Nonostante fosse stato informato dell'attività di meretricio esercitata nel centro affidava nuovamente l'immobile a cittadine cinesi che esercitavano la prostituzione", si legge in una nota della questura.

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