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Seregno, rubavano buoni pasto e poi li utilizzavano nei supermercati: cinque denunce

Un traffico illegale di ticket restaurant è stato scoperto dai militari della guardia di finanza di Seregno, in provincia di Monza e Brianza. Cinque le persone denunciate per furto e ricettazione. I dipendenti infedeli di una società di trasporti rubavano i buoni ritirati dai commercianti e li rivendevano a dei complici, che li utilizzavano una seconda volta in supermercati.
A cura di Francesco Loiacono
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(Archivio Getty images)
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Rubavano buoni pasto già utilizzati e poi li rivendevano a complici, che li utilizzavano per fare la spesa in diversi supermercati delle province di Monza, Varese e Milano. Il traffico illegale di ticket restaurant è stato scoperto dai militari della guardia di finanza di Seregno, in provincia di Monza e Brianza. Cinque le persone denunciate dai finanzieri alla procura di Monza: secondo le Fiamme gialle il valore dei buoni pasto rubati si aggirerebbe sui 6.400 euro. Circa mille i buoni sequestrati durante l'inchiesta, emessi dalle principali società del settore.

Le indagini partite da un commerciante cui è stato negato il rimborso dei ticket

A fare partire le indagini è stata la denuncia di un commerciante di Seregno, che si era visto negare dalla società emittente il rimborso dei ticket ricevuti in pagamento. I buoni, infatti, nonostante fossero stati consegnati a un corriere abilitato, non erano mai arrivati a destinazione. Gli accertamenti dei finanzieri si sono concentrati proprio su alcuni addetti delle società di spedizione: alcuni di loro, dopo aver individuato le buste contenenti i buoni, le prelevavano e le cedevano, dietro compenso, ad altri complici, che successivamente si occupavano della ricettazione.

I buoni rubati venivano utilizzato per acquistare grandi quantitativi di bibite

I militari delle Fiamme gialle hanno ricostruito il movimento dei ticket rubati a partire dalle matrici degli stessi, individuando i supermercati dove i buoni venivano spesi una seconda volta. Le persone accusate di ricettazione utilizzavano i buoni pasto rubati per acquistare per lo più grandi quantitativi di bibite. Secondo i finanzieri le stesse venivano successivamente vendute in nero. Adesso cinque tra dipendenti infedeli delle società di spedizione e i loro complici dovranno rispondere delle accuse di furto e ricettazione.

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