Sequestrato pesce “topo” scaduto da un anno: sarebbe finito nei ristoranti di Milano

Aveva attaccato un'altra etichetta su quella originale riportante la data di scadenza. E così, un lotto da dieci chili di "pesce topo pelagico" (Coilia nasus) scaduto a marzo del 2016 era pronto a finire in ristoranti e negozi di alimentari di Milano. Protagonista dell'episodio, riportato dal quotidiano "La Repubblica", un grossista cinese residente in zona Comasina. Per l'uomo, il pubblico ministero Maura Ripamonti ha chiesto una condanna a un mese di reclusione, convertita in una multa da 7.500 euro.
Il pesce scaduto da un anno si trovava all'interno di una cella frigorifera scoperta dalla guardia costiera di Genova: il pesce era però diretto a Milano, dove secondo il pm sarebbe finito senz'ombra di dubbio in vendita, sulle tavole di ristoranti o sui banchi di negozi di alimentari e pescherie. La specie ittica in questione viene spesso spacciata, grazie alle sue caratteristiche, per pesce più nobile come spigola e orata. Probabile dunque che nessuno si sarebbe accorto della truffa.
Resta adesso un interrogativo inquietante: era la sola partita di pesce contraffatta? Per scongiurare eventuali rischi per la salute dei consumatori le autorità sanitarie da mesi hanno intensificato i controlli, specie sulle partite di pesce provenienti dall'Asia, dove questo tipo di pesce viene pescato in maniera intensiva.