Materiale pedopornografico nelle case di insospettabili a Milano
Il Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni della Lombardia, sotto la direzione della Procura di Milano, ha portato a termine un'inchiesta nel corso della quale è stata individuata una presunta rete di pedofili. In particolare quattro persone sono finite questa mattina in manette perché trovate in possesso di ingenti quantitativi di materiale pedopornografico. Altre 18 persone risultano indagate, ma si trovano a piede libero. L'indagine, durata vari mesi, oltre agli arresti ha portato a diverse perquisizioni non solo a Milano e in Lombardia, ma anche in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Campania e Marche.
L'inchiesta è partita dal Canada: insospettabili tra indagati e sospettati
L'inchiesta ha preso le mosse dall'allerta lanciata alle autorità italiane dal National Child Exploitation Coordination Centre del Canada. Tramite l'app "Kik Messenger" infatti le persone coinvolte si scambiavano il materiale pedopornografico, utilizzando reti wi fi pubbliche o connessioni di terzi. In manette uno studente di 25 anni di Latina, un disoccupato di 46 anni del Bolognese, un 31enne di Napoli e un impiegato di 30 anni di Torino. In tutto sono stati sequestrati 26 smartphone, 7 portatili, e 18 hard disk e 4 tablet. Circa 20.000 le immagini recuperate, prodotte soprattutto in Asia. Sei le persone residenti in Lombardia identificate e denunciate.
Pedofilia online è allarme: i numeri del fenomeno
Solo lo scorso marzo l'associazione Meter ha diffuso un allarmante report riguardante la pedofilia online, che starebbe conoscendo in Italia una crescita esponenziale. L'associazione solo nel 2017 ha segnalato all'autorità 2.196.470 fotografie foto pedopornografiche, quando nel 2016 erano state 250.000 in meno. Per quanto riguarda i video i volontari e gli operatori sono riusciti a scovarne 985.006, un numero cinque volte superiore quello registrato nell'anno precedente.