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Scontri al corteo No Expo del 2015, la procura chiede l’archiviazione per i 44 indagati

Dopo aver visionato migliaia di filmati delle telecamere di sicurezza, i pm che hanno coordinato l’indagine, Alberto Nobili e Piero Basilione, hanno concluso che quei 44 ragazzi, la maggior parte italiani, non avrebbero fatto parte del gruppetto di incappucciati che quel giorno devastarono il centro del capoluogo lombardo.
A cura di Enrico Tata
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"Non ci sono prove, non sono black block". Si conclude con la richiesta di archiviazione nei confronti di 44 antagonisti l'indagine della procura sugli scontri nel corso della manifestazione No Expo del primo maggio 2015. In quelle stesse ore, a pochi chilometri di distanza, veniva inaugurata l'Esposizione Universale di Milano. Dopo aver visionato migliaia di filmati delle telecamere di sicurezza, i pm che hanno coordinato l'indagine, Alberto Nobili e Piero Basilione, hanno concluso che quei 44 ragazzi, la maggior parte italiani, non avrebbero fatto parte del gruppetto di incappucciati che quel giorno devastarono il centro del capoluogo lombardo.

Al gip di Milano gli inquirenti hanno chiesto anche, oltre l'archiviazione per i 44 indagati, il processo per quattro anarchici greci e un italiano latitante. Fino ad ora l'inchiesta su quanto accaduto nel centro di Milano il primo maggio 2015 ha portato a tre condanne in primo grado di giudizio. Solo in un caso il giudice ha riconosciuto il reato di devastazione contestato dai pm a tutti gli imputati. Tre anni e otto mesi la condanna più alta, che tiene conto, oltre alla devastazione anche delle imputazioni per incendio, resistenza a pubblico ufficiale e travisamento. Gli altri due ragazzi sono stati condannati a 2 anni e 2 mesi e a 1 anno e 8 mesi.

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