Scomparsa dell’imprenditore Mario Bozzoli, riacceso uno dei forni della fonderia
Prove di ritorno alla normalità alla fonderia Bozzoli di Marcheno, in provincia di Brescia. Anche se normalità è un termine inappropriato da usare all'interno di un'azienda dove, ne sono convinti gli inquirenti, uno dei due proprietari, l'imprenditore Mario Bozzoli, è stato fatto sparire da qualcuno all'interno di uno dei forni usati per produrre lingotti di ottone.
La fonderia era stata posta sotto sequestro a ottobre
Lo scorso 13 ottobre, poco dopo la sparizione dell'imprenditore, la fonderia è stata sequestrata. I sigilli sono stati tolti a gennaio ma i forni ad altissima temperatura usati per fondere il metallo erano stati spenti: un team di esperti nominato dalla procura ha infatti recuperato i residui di lavorazione per cercare di individuarvi all'interno tracce biologiche di Bozzoli. Sul fronte delle indagini è ancora tutto fermo all'iscrizione nel registro degli indagati – con le accuse di omicidio e distruzione di cadavere – dei due nipoti di Mario Bozzoli e di due operai della fonderia. Sul fronte della vita della fabbrica, invece, c'è stato un piccolo passo in avanti: il forno più piccolo è stato riacceso, consentendo così un ritorno, seppure minimo, alla produzione. Un segnale incoraggiante che arriva dopo le numerose denunce dei sindacati, preoccupati per il rischio fallimento della ditta di Marcheno. Tra gli operai che torneranno al lavoro non ci sarà Giuseppe Ghirardini: la sua morte, avvenuta per avvelenamento da cianuro pochi giorni dopo la scomparsa di Bozzoli, è un altro dei tanti punti oscuri di una vicenda che rischia di rimanere senza risposte.