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Scandalo alla Bocconi, esame da rifare: le domande erano state messe su Facebook

Un esame svolto il 20 maggio scorso all’università Bocconi di Milano è stato annullato: le domande erano state diffuse in anticipo su Facebook da una “gola profonda”. Avviata un’indagine interna che potrebbe avere conseguenze penali. L’esame è stato riprogrammato per il 3 giugno.
A cura di Francesco Loiacono
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Un esame da rifare a causa di una "gola profonda" che ha diffuso prima le domande. E un'indagine interna che potrebbe avere poi anche risvolti penali. È bufera alla Bocconi di Milano, una delle più prestigiose università d'Italia e d'Europa. Lo scorso 20 maggio era in programma la prova scritta dell'esame di Diritto pubblico. Sembrava fosse andato tutto liscio, almeno fino al giorno dopo, quando alcuni studenti hanno presentato un esposto al garante degli studenti. Motivo: molti universitari conoscevano in anticipo le domande della prova.

Domande dell'esame pubblicate in anticipo su Facebook

Merito, o per meglio dire colpa, di qualche "gola profonda" – forse un assistente – che avrebbe deciso di divulgare le domande, poi effettivamente presenti nella prova. Veicolo della fuga di notizia Facebook, di cui alcune schermate sono servite come prova dell'avvenuta fuga di notizie. Risultato: il rettore della Bocconi Andrea Sironi ha deciso di annullare la prova "limitatamente alla parte oggetto di irregolarità" e riprogrammare l’esame per il prossimo 3 giugno. Intanto, è stata avviata un'indagine interna: i nomi dei responsabili della fuga di notizia non sono ancora noti, ma si sospetterebbe di un assistente.

Tra gli studenti serpeggia un misto di indignazione per fatti che in un'università così prestigiosa non dovrebbero accadere, anche per via del "codice d'onore" che ogni studente è tenuto a firmare quando viene ammesso alla Bocconi – "e i professori?", si lamenta qualcuno -, ma c'è anche chi avrebbe preferito che tutta questa storia non venisse resa nota. I rappresentanti degli studenti si dicono comunque d'accordo con la scelta dei vertici dell'università: "Era l’unica possibile".

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