Saronno: l’infermiera Taroni uccise il marito per odio dovuto a sottomissione
Ha ucciso il marito perché lo odiava: da anni il loro rapporto era "patologico" e caratterizzato da una condizione di sottomissione della moglie al coniuge. Questo, in estrema sintesi, dicono le motivazioni della sentenza con cui, lo scorso febbraio, i giudici del tribunale di Busto Arsizio hanno condannato a 30 anni Laura Taroni, ex infermiera del pronto soccorso dell'ospedale di Saronno condannata per l'omicidio del marito Massimo Guerra e della madre, Maria Rita Clerici. Nelle 360 pagine firmate dal giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio Sara Cipolla, riportate da alcuni quotidiani, si legge come a originare la "determinazione criminale dell'imputata nei confronti del coniuge" sia stato "un tesissimo rapporto di coppia tra i due, sfociato, quantomeno a partire dall'estate del 2011, in un rapporto patologico caratterizzato dalla sottoposizione di Laura Taroni a pratiche sessuali estreme per volontà del coniuge". Il movente dell'omicidio è da "ricondursi al fortissimo odio che la donna provava nei confronti del coniuge": è escluso dunque che l'omicidio "sia riconducibile ad un movente economico".
Le morti sospette in corsia al pronto soccorso di Saronno
Laura Taroni era stata arrestata nel novembre 2016 assieme all'ex amante e viceprimario del pronto soccorso di Saronno Leonardo Cazzaniga, quando l'inchiesta "Angeli e demoni" aveva fatto emergere numerosi casi di pazienti deceduti in circostanze misteriose al pronto soccorso di Saronno. Il medico è accusato di nove morti sospette in corsia, che secondo l'accusa sarebbero state provocate da Cazzaniga tramite il sovradosaggio di farmaci. Cazzaniga, che è stato rinviato a giudizio e affronterà un processo con rito ordinario, è accusato anche per l'omicidio in concorso con la Taroni del marito e della madre dell'infermiera e anche per l'omicidio del suocero della Taroni: per quest'ultimo caso l'infermiera è stata assolta.