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Saronno, disabile psichico massacrato a sprangate dal suo ospite e ridotto in schiavitù

Un 55enne di Saronno con problemi psichici da mesi subiva le violenze di un 50enne che aveva invitato a casa sua per un caffè, e che da allora non se ne era più andato. L’uomo veniva picchiato e ferito: nell’ultimo episodio era stato massacrato a sprangate e costretto a dire di essere stato investito da un’auto pirata. L’aguzzino è stato arrestato.
A cura di Francesco Loiacono
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Un uomo di 50 anni è stato arrestato dai carabinieri di Saronno, in provincia di Varese, con l'accusa di aver colpito a sprangate un uomo di 55 anni che lo ospitava in casa sua. La vittima ha problemi psichici: tempo fa aveva invitato il 50enne, tossicodipendente e pregiudicato per un caffè. Da allora, però, non era più riuscito a farlo uscire da casa sua. Anzi: era diventato il suo schiavo. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, infatti, i maltrattamenti ai danni del 55enne andavano avanti da mesi. Il 50enne lo picchiava, lo feriva con coltelli e lo lasciava per ore in una stanza senza farlo uscire.

L'ospite violento aveva costretto la vittima a mentire

L'episodio che ha portato all'arresto del tossicodipendente è avvenuto lo scorso 26 ottobre, ma solo questa mattina i carabinieri sono riusciti ad arrestare l'aggressore. L'uomo aveva picchiato con una spranga il 55enne dopo che quest'ultimo aveva provato nuovamente a cacciarlo di casa. L'aveva lasciato agonizzante per una notte intera sul pavimento, con tre costole rotte e la tibia e il braccio spezzati. La mattina seguente l'aggressore aveva chiamato il 118 dicendo che il 55enne era stato investito da un'auto pirata: poi, sotto minaccia di morte, aveva convinto la vittima a confermare questa versione, che però non era risultata credibile. Il 55enne era stato operato d'urgenza con prognosi di 40 giorni. Dopo l'intervento ha finalmente trovato il coraggio di confidarsi con la sorella. Dalla sua confessione sono scattate le manette per il suo aguzzino: il 50enne è finito in carcere con le accuse di lesioni plurime aggravate, sequestro di persona, minacce e maltrattamenti in famiglia. Nella sua ordinanza il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Varese ha sottolineato la "spiccata pericolosità sociale" dell'arrestato, dicendo che deve restare in carcere perché potrebbe commettere reati simili.

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