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Sanità: pochi soldi dal governo, saltano gli sconti sul ticket promessi da Maroni

In una delibera approvata lo scorso 23 dicembre la Regione Lombardia ha cancellato gli sconti sul ticket sanitario previsti per il 2015 per alcune categorie di persone. Maroni aveva promesso di cancellarlo. Il Pd all’attacco: “Le condizioni ci sono, manca la volontà politica”.
A cura di Francesco Loiacono
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Tre mesi fa il governatore della Lombardia Roberto Maroni aveva promesso in tv di eliminare il ticket sanitario in Lombardia a partire dal 2015. "Noi possiamo cancellare il ticket in Lombardia e lo faremo, cominciando dalla Legge finanziaria per il 2015. Voglio eliminarlo completamente perché abbiamo i soldi per farlo e il governo deve intervenire con le altre Regioni che non riescono a coprire i costi della sanità". Alla prova dei fatti, però, le sue parole sono state smentite da quanto deciso dal Pirellone lo scorso 23 dicembre. "L’incertezza delle risorse assegnate al fondo sanitario regionale non consentono l’immediata attuazione di una serie di iniziative volte al miglioramento della possibilità di accesso alle cure per alcune categorie di pazienti che erano state programmate nel corso del 2014 a valere nel 2015", si legge nella delibera approvata. Tradotto, i tagli del governo Renzi hanno determinato, a cascata, la cancellazione di una serie di interventi previsti. Tra questi, l' "esenzione dalla compartecipazione per determinate categorie di pazienti", ossia del ticket, le "azioni di miglioramento della qualità assistenziale delle persone sottoposte a terapia oncologica" e l’erogazione gratuita di dentiere per gli over 65 con un reddito familiare inferiore a 20 mila euro.

Il Pd va all'attacco

Immediati gli attacchi alla maggioranza da parte del Pd, con il segretario regionale Alessandro Alfieri che accusa: "A Maroni manca la volontà politica, ci sono tutte le condizioni per riformare i ticket sanitari regionali. Ha avuto già diverse occasioni e non l’ha fatto, sia per esentare chi guadagna meno di 30mila euro sia per modulare la compartecipazione in base al reddito. Sono anni che lo chiediamo, è per noi soprattutto una questione di equità". Per i democratici, sotto accusa è in particolare la scelta, fatta nel 2011 dall'ex governatore Formigoni, di far pagare il superticket previsto dal governo Monti in base al costo degli esami medici e non in base al reddito.

Per Fabio Rizzi, presidente della commissione Sanità e autore della riforma sanitaria di cui il ridimensionamento del ticket era uno dei pilastri, si tratta solo di un problema di tempi: "Nel 2015 c’è un grosso problema di risorse per i tagli del governo Renzi, per cui sarebbe possibile solo diminuire i ticket ad alcune categorie della popolazione a scapito di altre. Ma la madre delle nostre battaglie è di portare più soldi in Lombardia. E insisteremo con Roma con tutte le nostre forze per il futuro". A determinare lo slittamento i 500 milioni in meno arrivati dal governo rispetto a quanto previsto dal Patto per la Salute, 160 in meno rispetto al 2014. Numeri che, per il momento, condannano i cittadini lombardi a dover continuare a pagare il ticket. E rendono per il momento vana la promessa di Maroni: "La Lombardia sarà la prima Regione ticket free, zero ticket".

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