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Sanità, da febbraio cala il costo del superticket in Lombardia: si pagherà massimo 15 euro

Dall’1 febbraio cala il costo del superticket sanitario in Lombardia, la quota aggiuntiva al ticket nazionale che si paga su alcuni esami medici: dagli attuali 30 euro a massimo 15 euro. Il provvedimento è stato approvato oggi dalla giunta Maroni: costerà 25 milioni di euro alle casse regionali e riguarderà 1,5 milioni lombardi, senza distinzione di reddito. Un dettaglio che ha attirato le critiche della minoranza e anche all’interno della stessa maggioranza.
A cura di Francesco Loiacono
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Dall'1 febbraio cala il costo del superticket sanitario in Lombardia: dagli attuali 30 euro a massimo 15 euro. Lo ha deciso la giunta guidata da Roberto Maroni, che ha approvato oggi una delibera. Come comunicato in una conferenza stampa dall'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, il provvedimento, interamente finanziato dalla Regione, costerà 25 milioni di euro e garantirà un risparmio medio di 2 euro per circa 1,5 milioni di cittadini lombardi di 2 euro: il prezzo medio per il ticket passa da 9,8 a 7,8 euro.

Cos'è il superticket

Il superticket, previsto dal governo Monti nel 2011, è un costo aggiuntivo che si paga oltre al ticket sanitario nazionale per effettuare alcune visite mediche più complesse, come tac, ecografie o risonanze. In Lombardia si paga su circa il 30 per cento delle ricette. Nelle intenzioni del governatore Maroni il costo del superticket – e anche il ticket – avrebbe dovuto essere azzerato con la nuova riforma della Sanità: una promessa fatta da Maroni fin dalle Regionali del 2013, ma che alla prova dei fatti si era sempre scontrata con i tagli alla Sanità dei diversi governi.

Già oggi, come sottolineato comunque da Gallera, il 62 per cento degli assistiti lombardi non paga il ticket: "Oltre a coloro che sono esenti per patologia sono esenti dal pagamento del super ticket regionale gli anziani over 65 che hanno un reddito compreso tra i 36.151 e i 38.500 euro, i disoccupati che sono iscritti alle liste dei Centri per l'impiego e loro familiari a carico con un reddito complessivo pari o inferiore a 27mila euro, i nuclei familiari che hanno un reddito fino a 18mila euro, che sono le misure introdotte dal Reddito di autonomia".

Il provvedimento vale per tutti i redditi

Il provvedimento varato oggi ha una particolarità che ha attirato le critiche delle forze politiche di minoranza (e non solo) e di alcuni sindacati: è lineare, cioè vale per tutti indifferentemente dal loro reddito: "Nonostante i proclami di Maroni con il taglio dei superticket ci sarà un risparmio solo per una prestazione su cinque, tutte quelle con un superticket sopra i 15 euro. Un taglio risicato che, come abbiamo sempre sostenuto, non risolve i problemi delle fasce più deboli ma al contrario andrà a beneficio di quelli che non ne hanno bisogno", ha affermato il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri. E anche all'interno della stessa maggioranza ci sono voci critiche: "Sono anni che noi combattiamo i tagli lineari, lo stesso taglio indiscriminato per tutti, ricchi e poveri", ha affermato qualche giorno fa in un'intervista al "Corriere della Sera" la deputata di Forza Italia Daniela Santanchè, che si è schierata apertamente in contrasto con l'assessore Gallera (del suo stesso partito) guardando invece con favore al modello della "rossa" Emilia Romagna, dove il ticket si paga in base al reddito. Dall'assessore Gallera, interpellato sulla questione anche in conferenza stampa, sono arrivati segnali di apertura: "La Regione è comunque aperta e disponibile a valutare altri modelli. Attiveremo un gruppo di lavoro per valutare l'impatto della manovra, e a fine anno trarremo le conseguenze".

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