San Donato Milanese, tentata estorsione e incendi ai danni di un imprenditore: arrestate tre persone
Sono tre le persone arrestate questa mattina dai carabinieri della compagnia di San Donato Milanese con l'accusa di tentata estorsione ed incendio in concorso. I tre raggiunti dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lodi sarebbero legati a un'organizzazione criminale attiva nella provincia di Milano in particolare nella zona a sud del capoluogo lombardo, dedita al racket: l'arresto giunge al termine di una lunga indagine iniziata del marzo del 2019 dopo la denuncia di un imprenditore, titolare di un gruppo immobiliare, vittima di una lunga serie di minacce e incendi successivi alla richiesta di soldi giunta da parte dei tre arrestati. In manette sono finiti due uomini originari di Gela e uno di Melegnano, per il 39enne S.R. residente a Busto Arsizio nel Varesotto e di origine gelese il giudice per le indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare in carcere mentre per gli altri due uomini, il 47enne C.R. di Melegnano e il 52enne V.B., residente a San Donato Milanese, ma anch'egli di origini siciliane sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Le indagini dopo tre incendi ai danni del gruppo Luce Immobiliare
Le indagini sono partite in seguito al primo degli episodi che hanno visto protagonisti i tre uomini, avvenuto proprio nel marzo del 2019, quando viene incendiata la sede della società dell'imprenditore immobiliare sita al secondo piano di uno stabile di San Giuliano Milanese alle porte di Milano. Si tratta di un incendio doloso, il primo di tre, sul quale i militari iniziano subito a indagare. La conferma della natura estorsiva dell'incendio arriva qualche settimana dopo, il 2 aprile 2019, quando l'imprenditore titolare del gruppo Luce viene avvicinato nei pressi del suo ufficio da uno dei tre uomini arrestati questa mattina che gli intima di preparare 150mila euro in contanti da consegnare a lui sa chi. Le parole vengono pronunciate dall'uomo, che si presenta come un appartenente ad una nota organizzazione criminale mafiosa, con accento gelese: "Ma manna a Stidda… Prepara centocinquantamila euro entro quinnici iorn… e tu sai a cu rivoggiti".
L'imprenditore ha subito denunciato le minacce e gli incendi
Le minacce però non intimoriscono l'imprenditore che non cede al ricatto e decide di non pagare. Per questo l'uomo subisce altri due incendi: uno avviene nella notte del 27 maggio quando all'interno di un cantiere edile di San Giuliano Milanese, alle porte di Milano, che appartiene proprio alla società immobiliare due grossi camion, del valore di quasi 300mila euro, vengono incendiati. A riprendere la scena le telecamere di sorveglianza che confermano così il dolo, mentre i carabinieri sul luogo dell'incendio trovano bombolette di gas, taniche di benzina e stracci utilizzati come innesco. Anche in questo caso però l'imprenditore non cede alle minacce e così un terzo incendio avviene nella del 4 giugno 2019, a San Giuliano Milanese, in un altro cantiere della stessa società, dove due degli arrestati incendiano un container adibito ad ufficio vendite degli appartamenti in costruzione. Sul luogo dell’incendio, anche in questo caso, i militari trovano le tracce utili a dimostrare il dolo del rogo: poi la lunga indagine che ha portato all'arresto questa mattina dei tre uomini, arresto giunto anche grazie alla collaborazione dell'imprenditore vittima di racket che con coraggio non ha mai ceduto e ha deciso di rivolgersi subito alle forze dell'ordine denunciando il tutto.