Sale parto spostate di qualche metro: anche chi nasce al San Raffaele sarà milanese doc

Questione di pochi metri. Da una parte il Comune di Segrate, dall'altra Milano. Il confine corre tra due diverse parti dello stesso ospedale, il San Raffaele, lasciando, fino a qualche tempo fa, in territorio di Segrate le sale parto. Così, chi nasceva nell'ospedale fondato da don Verzè, famoso per aver ospitato spesso Silvio Berlusconi, si trovava scritto sulla carta d'identità Segrate come luogo di nascita. Un dettaglio che, anche in tempi in cui l'appartenenza territoriale è meno sentita di un tempo, costituiva un problema per molte mamme milanesi, come ammesso anche da molti ginecologi: "C’è chi si è fatta seguire da noi tutta la gravidanza, per poi andare a partorire in un ospedale milanese, proprio per la carta d’identità", dice qualcuno di loro al Corriere.
Adesso, però, il piccolo problema sembra essere stato risolto. Con buona pace degli abitanti di Segrate, e senza voler sminuire chi è nato nel piccolo comune alle porte di Milano, la direzione del San Raffaele ha infatti spostato le sale parto all'interno del padiglione Diamante, che si trova sul suolo milanese. Mercoledì scorso sono nati i primi due bambini che avranno scritto Milano come luogo di nascita sulla propria carta d'identità: sono Kylian e Francesca. Presto saranno affiancati dagli altri bambini che vedono la luce al San Raffaele: ogni anno sono circa duemila. Una piccola truppa di neonati che, d'ora in poi, rimpolperà le statistiche del Comune di Milano, per la felicità di chi, in barba alla globalizzazione e al cosmopolitismo, si vuole ancora sentire milanese doc.