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Sala: “Pandemia impone obbligo di cambiamento, Milano uscirà dalla crisi col doppio dei disoccupati”

La pandemia obbliga al cambiamento. Lo ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala intervenendo all’incontro online “Orientare le scelte, disegnare il futuro”, promosso dall’Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), primo di una serie di tre appuntamenti virtuali in vista del Festival dello sviluppo sostenibile 2020. “Bisogna mettere insieme le ambizioni di cambiamento con le opportunità che si manifesteranno”, specie in settori come la “questione ambientale, il digitale e le scienze della vita”, ha detto il sindaco, che ha poi evidenziato che Milano rischia di uscire dalla crisi Covid-19 col doppio dei disoccupati.
A cura di Francesco Loiacono
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Ogni crisi genera delle opportunità. Ma di fronte alla pandemia di Covid-19 che ha sconvolto le nostre esistenze, più che un'opportunità il cambiamento è un obbligo. Lo ha sottolineato il sindaco di Milano Beppe Sala intervenendo all'incontro online "Orientare le scelte, disegnare il futuro", promosso dall’Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), il primo di una serie di tre appuntamenti virtuali in vista del Festival dello sviluppo sostenibile 2020, che quest'anno proprio a causa della pandemia si svolgerà dal 22 settembre all’8 ottobre. Insieme ad altri prestigiosi ospiti (sono intervenuti, tra gli altri, il vice presidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans e il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti), Sala ha parlato dell'importanza della sostenibilità nelle politiche di rilancio del Paese.

A differenza di altri interlocutori, però, l'intervento del sindaco è stato un po' provocatorio: "Non serve a niente pensare che ‘la sappiamo meglio degli altri' – ha detto Sala nel suo intervento – se non abbiamo la capacità di sintesi per portare a casa almeno qualcosa". Quella di Sala è stata una stoccata, esplicita, anche agli attivisti di Fridays for future, una cui portavoce, Michela Spina, è intervenuta subito dopo il sindaco: "Se vengono come ieri (mercoledì, ndr) sotto la mia finestra a darmi dell'ambientalista di facciata questo non cambia il mio percorso", ha detto il sindaco, aggiungendo che a Milano "stiamo facendo uno sforzo non semplice per cercare di fare 35 chilometri di nuove piste ciclabili, ma non sono i 35 chilometri, è il fatto di dare un messaggio alla città. Se da piazza San Babila a piazzale Loreto si arrivava con due corsie e oggi con una è un messaggio agli automobilisti – ha aggiunto Sala -. Non vogliamo vietare nulla ma vogliamo provare a usare questo periodo per portare avanti un cambiamento, che non finirà lì perché c'e' anche il Piano Aria".

Sala: Milano uscirà dalla crisi col doppio dei disoccupati

Al di là delle provocazioni, il sindaco nel suo intervento su come le città usciranno dalla crisi non ha mancato di sottolineare i gravi problemi, soprattutto in termini economici e lavorativi, che la pandemia ha comportato: "A Milano la disoccupazione era al 6 per cento circa prima della crisi, la città ne uscirà con un tasso di disoccupazione doppia". Sala ha poi sottolineato la necessità di conciliare le "ambizioni di cambiamento con le opportunità che si manifesteranno", in particolare in quei settori che le offriranno perché lì si concentreranno gli investimenti europei – sull'onda di quel Green New Deal di cui ha parlato Timmermans, che ha sottolineato come la crisi climatica sia ancora presente, anche se è scivolata dalla priorità dei cittadini in seguito alla crisi sanitaria – e degli investitori privati: "Settori come la questione ambientale, il digitale e le scienze della vita". Sala ha quindi sottolineato come a suo modo di vedere in città non si debba "rinnegare il lavoro fatto per costruire una città aperta internazionale", una "città mondo" come piace definirla al sindaco, ma si debbano "mettere a rete le sue qualità, come l'università, il terzo settore, la creatività".

Giovannini (Asvis): Inserire in Costituzione il principio di sviluppo sostenibile

L'intervento del sindaco Sala è arrivato quasi in chiusura dell'interessante incontro che ha sottolineato come la sostenibilità sia, oggi più che mai, l'unica strada per rilanciare il Paese: "Questa crisi ci pone di fronte ai nostri errori – ha detto Enrico Giovannini, portavoce ASviS – .La pandemia ha dato un segnale forte a tutto il mondo e dobbiamo prepararci a possibili altre crisi derivanti dall’emergenza climatica, da tensioni sociali o da profonde modifiche del sistema economico globale, ma anche a cogliere le opportunità che l’innovazione tecnologica e quella sociale offrono per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile da tutti i punti di vista". Nel suo intervento Giovannini ha ribadito "la necessità di inserire in Costituzione il principio di sviluppo sostenibile", annunciando che nei prossimi giorni l'Asvis annuncerà "proposte per emendamenti al decreto Rilancio e proposte ulteriori per la resilienza trasformativa".

Ministro Bonetti: Pandemia ha stravolto il nostro sistema di vita consolidato

Durante l'appuntamento promosso dall'Asvis è stata presentata la piattaforma Futuranetwork.eu, un sito dedicato alla riflessione e al dibattito per orientare le scelte da compiere oggi per realizzare il migliore tra i diversi futuri possibili, come suggerisce anche il nome scelto, plurale di futurum. Nel corso dell'incontro online, la cui parte finale è stata moderata da Gianluca Comin, presidente della società di consulenza strategica e relazioni istituzionali Comin&Partners, è intervenuta anche la ministra Bonetti: "Ci troviamo in un momento in cui qualsiasi nostra scelta risulta ancora più strategica. La storia dell'umanità è fatta di momenti in cui si decide da che parte far proseguire il percorso, e credo che questo sia uno di quei momenti", ha detto la titolare del ministero per le Pari opportunità e la Famiglia. Per la Bonetti la pandemia ha stravolto un sistema di vita consolidato, mettendo in discussione il nostro modo di vivere per compartimenti e categorie. "Se continuiamo a vedere l'umanità divisa per categorie, continueremo a dare risposte negli specifici ambiti senza cogliere una visione più ampia – ha sottolineato il ministro -. Un lavoratore è anche padre o madre, figlio o figlia, sorella o fratello, è un giovane che progetta un sogno o fa scelte irreversibili". Serve dunque un cambio di paradigma: "Se riprogettiamo il lavoro oggi, dobbiamo tenere conto che va riconosciuto uno spazio per la cura di sé, per l'impegno sociale e politico, che si adatti al lavoro e anche a tutte gli altri contesti della vita".

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