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Ritardi e treni affollati: la linea Milano-Chiasso è la quarta peggiore in Italia per i pendolari

La linea ferroviaria Milano-Chiasso è la quarta peggiore a livello nazionale, secondo il rapporto Pendolaria di Legambiente. Colpa di treni affollati, ritardi e soppressioni. A peggiorare la situazione, l’effetto “collo di bottiglia” nel tratto tra Seregno e Milano, dove confluiscono due linee e ogni giorno viaggiano circa 80mila viaggiatori su convogli non adeguati. In Lombardia, a fronte di un aumento del 30,3 per cento dei prezzi, le tratte non sono diminuite, ma restano problemi storici irrisolti. Si attende l’arrivo dei nuovi convogli a partire dal 2020 per svecchiare la flotta: oggi l’età media dei treni in servizio è superiore a 16 anni.
A cura di Simone Gorla
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Immagine di repertorio
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Treni affollati come carri bestiame, ritardi e soppressioni. La linea ferroviaria Milano-Chiasso è la quarta peggiore in Italia per i pendolari, secondo il rapporto Pendolaria di Legambiente. Da incubo il tratto tra Seregno e Milano: circa 80mila viaggiatori al giorno su convogli non adeguati. Fanno peggio in Italia solo tre linee: la Roma Nord-Viterbo e la Roma-Ostia Lido gestite da Atac, e le linee ex Circumvesuviana gestite da EAV in Campania.

Pendolari: la linea Milano-Chiasso è la quarta peggiore in Italia

La Milano-Chiasso risente del passaggio dei treni internazionali che percorrono la direttrice verso il nord Europa, spiegano gli autori del rapporto, avvertendo che la situazione rischia di peggiorare con il completamento del sistema AlpTransit, previsto nel 2021. "Questa linea è infatti parte integrante del sistema di collegamento ferroviario internazionale, ad oggi però solo parte dei lavori di ammodernamento e sistemazione delle linee è in corso".

Treni affollati e "collo di bottiglia" a Seregno

La situazione peggiore è quella tra Seregno e Milano. Su questo troncone, infatti, viaggiano ogni giorno circa 40mila pendolari su un numero di convogli inadeguato. Il numero di persone raddoppia perché la linea si interseca a Seregno con la S9 (Saronno-Seregno-Milano-Albairate) che raccoglie altre 40mila persone, creando un collo di bottiglia tra Seregno e Milano che aggrava ulteriormente i problemi su entrambe le tratte. La situazione appare compromessa, al punto che nel novembre scorso, anche i sindaci di Lissone, Desio e Seregno si sono mobilitati in sostegno ai pendolari della linea S11.

Disagi anche su altre linee lombarde

"Non dimentichiamo altre tratte che registrano costantemente forti disagi per gli utenti – ha commentato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – come la Brescia-Treviglio-Milano, la Asso-Seveso-Milano, la Milano-Tirano e la Lecco-Bergamo-Milano. Stupisce che i collegamenti tra i capoluoghi siano ancora così poco efficienti e sempre più problematici".

In generale Lombardia non ha tagliato le tratte sul territorio, come invece è accaduto in altre regioni, a fronte però di un aumento tariffario del 30,3 per cento e di una riduzione di risorse a Milano sul trasporto pubblico locale per 3,6 milioni nel 2020.

Sistema lombardo più sviluppato, ma restano problemi storici

Dal dossier emerge che il sistema ferroviario in Lombardia è più sviluppato rispetto al resto d’Italia, ma rimangono problemi irrisolti problemi decennali: il 53 per cento delle linee è a binario unico, molte linee non sono elettrificate e le motrici viaggiano a diesel mentre da ormai diversi anni si registra un costante aumento dei passeggeri, che mettono sempre più sotto pressione le linee.

Nota positiva: treni meno vecchi

Il rapporto Pendolaria certifica anche un dato positivo, cioè la riduzione dell’età dei treni in circolazione, che resta comunque superiore ai 16 anni. Quasi un treno su due in Lombardia ha più di 15 anni. Un dato in miglioramento grazie alla progressiva dismissione di quelli più vecchi e l’introduzione di nuovi mezzi. A gennaio, secondo i piani di Trenord, arriveranno i primi dei 180 nuovi convogli annunciati con 1 miliardo e 600 mila euro d’investimento. Tuttavia restano punte di età molto elevata: continuano a circolare convogli con oltre 30 anni di servizio, alcuni addirittura 45, soprattutto per quanto riguarda il materiale Rfi.

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