Rissa tra profughi all’hub di via Sammartini a Milano: “Situazione insostenibile”
Una rissa scoppiata due giorni fa tra alcuni profughi davanti all'hub di via Sammartini, a Milano, ha portato alcuni residenti, riuniti nel Comitato Greco 2.0, a denunciare la situazione della zona. L'episodio in questione, un violento litigio tra alcuni immigrati sedato grazie all'intervento della polizia locale (al quale si riferisce la foto inviataci dal Comitato), sembrerebbe infatti essere stato la classica goccia che fa traboccare il vaso.
I residenti della zona si sono sfogati su diversi gruppi Facebook, definendo la situazione "insostenibile". Le lamentele sono varie, spiega il Comitato Greco 2.0: "Genitori che non possono più portare i bambini a giocare perché i giardinetti sono stati trasformati in un bagno pubblico costellato di escrementi degli extracomunitari, che si arrangiano lì per non fare la fila ai pochi bagni chimici disponibili. Anziani che non possono più trascorrere qualche ora sulle panchine situate nella prima parte della ciclabile della Martesana, perché perennemente occupate da immigrati. Panni stesi sugli alberi, bivacchi, schiamazzi, bottiglie di birra abbandonate ovunque, gente che dedita al consumo di oppiacei, prostituzione".
Il mancato intervento delle istituzioni ha creato un clima di rassegnazione e rabbia che rischia di sfociare nella violenza: "La cosa realmente preoccupante è che per la prima volta i componenti di una comunità pacifica e accogliente hanno parlato di ‘reagire' e ‘manifestare', un sintomo che le autorità non dovrebbero sottovalutare, prendendo immediatamente seri provvedimenti per ristabilire ordine e igiene pubblica". Lo stesso Comitato ha suggerito alcuni provvedimenti: "Triplicare il numero dei bagni chimici spostandoli lontano dai giardinetti, igienizzare la zona e aumentare gli uomini della Locale che presidiano l’hub, chiedendo siano accostati dall'Esercito, in modo non sorveglino solo gli ingressi, ma anche i giardinetti adiacenti e il primo tratto della Martesana. Uomini che non si limitino a fare gli osservatori – conclude la nota del Comitato – ma che impongano anche il rispetto delle regole, prima che a qualche cittadino salti in mente di farlo da sé con tutte le conseguenze del caso".