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Riccardo Bossi a processo: “Pensavo fossero soldi di famiglia”

Il figlio del Senatur Umberto, Riccardo Bossi, è stato interrogato a Milano nell’ambito del processo che lo vede imputato per appropriazione indebita. Secondo l’accusa avrebbe usato 158mila euro della Lega per fini personali. La sua difesa: “Pensavo fossero soldi di famiglia”.
A cura di Francesco Loiacono
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Nel processo che lo vede imputato per appropriazione indebita, Riccardo Bossi, figlio del Senatur Umberto, ha illustrato tramite il suo legale la propria linea difensiva: non si sarebbe mai rivolto al partito per ricevere i soldi per il quale è imputato, ma a collaboratori del padre. Inoltre, altro punto importante della strategia difensiva, il figlio del fondatore della Lega nord pensava fossero soldi di famiglia.

Avrebbe usato 158mila euro di soldi del partito per spese personali

Lunedì Riccardo Bossi è stato interrogato – a porte chiuse – in un'aula del tribunale di Milano, dove è in corso il processo abbreviato a suo carico. L'accusa gli contesta spese personali per 158mila euro con soldi del Carroccio. Sarebbero stati utilizzati, secondo i pm, anche per pagare il mantenimento della sua ex moglie e spese varie come pay-tv e bollette di luce e gas. Diversa la tesi della difesa, che ha presentato una memoria nella quale si afferma che Riccardo Bossi non avrebbe mai chiesto soldi all'ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, ma a collaboratori del padre, nello specifico alla sua segretaria Loredana Pizzi, e solo per il 2011. Solo in quell'anno, infatti, Riccardo, che come sottolineato si mantiene da solo dall'età di 22 anni, ha avuto bisogno dell'aiuto del padre. A causa dei rapporti difficili tra i due, però, il figlio non si rivolgeva direttamente a Umberto, ma passava attraverso i suoi collaboratori.

Il rapporto tra Riccardo Bossi e la Lega sarebbe stato quello di una semplice militanza: anche se, cosa confermata dalla difesa, Riccardo Bossi – che è stato pilota di rally – riceveva dal partito 3.200 euro al mese per sponsorizzare il Carroccio durante le gare automobilistiche svolte all'estero.

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