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Riapertura dei Navigli, dal Consiglio comunale di Milano sì al referendum

Via libera del Consiglio comunale di Milano al referendum sulla riapertura di una parte degli antichi Navigli di Milano. La consultazione popolare si terrà il prossimo anno: la maggioranza a Palazzo Marino ha chiesto di votare assieme a Regionali e Politiche, in un unico Election Day.
A cura di Francesco Loiacono
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Sì al referendum sulla riapertura dei Navigli. Dal Consiglio comunale di Milano è arrivato il via libera per una consultazione popolare (in verità la seconda) che servirà a capire se i milanesi sono d'accordo con la riapertura di una parte dei vecchi canali navigabili che attraversavano la città: cinque tratte, dalla Martesana alla Darsena, per un totale di due chilometri. L'ordine del giorno, presentato dalla maggioranza, è stato approvato con 27 voti a favore (quelli della sola maggioranza) e 11 contrari. Nel documento, oltre alla proposta del referendum "quale migliore modalità per informare e raccogliere il consenso dei cittadini sul progetto di riapertura dei Navigli milanesi", viene indicata anche una data per il possibile svolgimento dello stesso: assieme alle elezioni Regionali e Politiche. Un unico Election day per contenere i costi.

I dubbi delle opposizioni sul progetto

Le opposizioni – Forza Italia, Lega e Movimento 5 stelle – sono dubbiose in merito al progetto. Tra le motivazioni da un lato i costi (150 milioni di euro quelli stimati, con lavori previsti dal 2018 al 2022), dall'altro le ripercussioni politiche di unificare il voto su una proposta molto affascinante (Sala durante la campagna elettorale aveva definito la riapertura dei Navigli "un sogno") con le elezioni Regionali e Politiche. Il rischio è che i milanesi, che già nel 2011 si erano espressi a favore di un "ritorno al passato", possano essere in qualche modo influenzati anche in merito a chi votare per il Parlamento o il Pirellone. Per quanto riguarda la necessità di tenere un secondo referendum, comunque già anticipato da Sala, è stato lo stesso sindaco a spiegarne il senso: nel 2011 i milanesi si erano già espressi sull'argomento, dichiarandosi favorevoli ma solo "in termini di principio" e senza un progetto concreto, mentre adesso "vogliamo invece sottoporre ai nostri cittadini un progetto concreto, misurabile, tecnico e specifico nella sua puntuale definizione".

Il progetto per la riapertura di cinque tratte degli antichi Navigli

Ecco dunque il progetto per riportare l'acqua nei canali ricoperti progressivamente a partire dagli anni del Fascismo. I due chilometri totali di riapertura dei Navigli sono divisi in cinque tratte non consecutive dal nord della città fino alla Darsena. Si parte dal Naviglio della Martesana lungo via Melchiorre Gioia, con un canale largo 10 metri e lungo 850. Si prosegue con 230 metri di Naviglio dalla Conca dell'Incoronata a via San Marco. La terza tratta sarà nella cerchia interna, davanti al Policlinico. Il canale sarà lungo 410 metri e largo sette. La quarta tratta è prevista in piazza Vetra, vicino al Parco delle due basiliche: qui è previsto un canale lungo 300 metri e largo sempre sette. Infine, la quinta tratta congiungerà la Conca di Viarenna fino quasi alla Darsena. In un secondo ordine del giorno approvato, collegato al primo, si specifica che la giunta dovrà impegnarsi a reperire le risorse per realizzare la riapertura dei Navigli senza sottrarle alle periferie: inoltre, in tutti i casi dove sarà possibile (ad esempio nelle tratte del Policlinico e di piazza Vetra), si dovranno sfruttare i cantieri per la realizzazione della metro 4, in maniera da non ingolfare la città con troppi lavori. La palla, adesso, passa ai milanesi: anche se la risposta, probabilmente, sarà scontata.

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