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Rezzato: moglie gelosa pedina il marito, lo trova nel centro massaggi hot e lo fa chiudere

Un centro massaggi hot è stato scoperto e chiuso a Rezzato, in provincia di Brescia. Nella struttura, gestita da una cittadina cinese di 46 anni, i clienti potevano usufruire anche di prestazioni sessuali a pagamento. Le indagini sono partite dalla segnalazione di una moglie gelosa: ha seguito il marito, che le diceva sempre di essere senza soldi, scoprendo che spendeva i suoi risparmi nel centro massaggi.
A cura di Luca Giovannoni
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(immagini di repertorio)
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Il marito le diceva di essere sempre a corto di denaro. E la moglie, insospettitasi per il fatto che era sempre al verde, ha deciso di pedinarlo per cercare di capire dove finissero i soldi. È così che una donna residente a Rezzato, nel Bresciano, ha scoperto che il partner era un frequentatore abituale del centro massaggi di via Breve, sempre nella stessa cittadina. La donna ha deciso di far partire una segnalazione alla polizia locale, dando il via alle indagini sul centro gestito da due cittadini cinesi di 44 e 46 anni. Dopo aver fatto irruzione nel locale, gli agenti hanno constatato che all'interno non si effettuavano soltanto massaggi rilassanti, ma si andava ben oltre. I clienti scoperti all'interno della struttura, tutti cittadini italiani residenti nelle vicinanze, hanno ammesso che il negozio offriva anche prestazioni più spinte e hot, con prezzi che andavano dai 20 fino ai 100 euro.

La moglie pedina il marito e scopre il finto centro massaggi

La gelosia della moglie si è dunque rivelata fondata, poiché il marito spendeva i soldi che le diceva sempre di non avere all'interno del centro massaggi hot. Le forze dell'ordine hanno proseguito le indagini: la titolare del locale è stata denunciata per favoreggiamento alla prostituzione. L'operazione si è conclusa nel pomeriggio di mercoledì 4 settembre, quando gli agenti della polizia locale hanno abbassato definitivamente le serrande del centro in seguito all'ordinanza della procura. Sono stati sequestrati inoltre più di 3mila euro in contanti, considerati i proventi del business illecito portato avanti ormai da diverso tempo nel piccolo comune in provincia di Brescia.

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