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Renato Vallanzasca resta in carcere: niente libertà condizionale per il Bel Renè

L’ex capo della “banda della Comasina”, Renato Vallanzasca, resta in carcere. Il tribunale di sorveglianza di Milano ha infatti respinto le richieste di libertà condizionale e di semilibertà presentate nei giorni scorsi dalla difesa del “Bel Renè”, uno dei protagonisti della storia criminale di Milano tra gli anni Settanta e Ottanta. Vallanzasca ha alle spalle quattro ergastoli, ma era tornato in carcere nel 2014 per un furto in un supermercato.
A cura di Francesco Loiacono
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Renato Vallanzasca
Renato Vallanzasca

L'ex bandito della Comasina, Renato Vallanzasca, resta in carcere. Il tribunale di sorveglianza di Milano ha infatti respinto le richieste di libertà condizionale e di semilibertà, che erano state presentate nei giorni scorsi dalla difesa del "Bel Renè". Vallanzasca è recluso nel carcere di Bollate (un penitenziario modello i cui detenuti usufruiscono di diversi vantaggi), alle porte di Milano, dal giugno 2014, dopo essere stato "beccato" a rubare in un supermercato milanese. Davvero misero il bottino: due paia di boxer, due cesoie e del concime per piante, che gli erano però stati sufficienti per farlo tornare in carcere. Nel passato di Vallanzasca, a capo della cosiddetta "banda della Comasina" tra gli anni Settanta e Ottanta, ci sono infatti reati di tutt'altro spessore e gravità: il Bel Renè è stato condannato a quattro ergastoli per complessivi 296 anni di carcere. Quando è avvenuto il furto Vallanzasca stava beneficiando proprio della libertà condizionale, misura che gli era stata revocata dopo l'arresto e la successiva condanna a dieci mesi di carcere.

Nei giorni scorsi i legali del "Bel Renè" avevano presentato nuovamente per il loro assistito la richiesta di poter usufruire delle misure alternative alla detenzione. Il direttore del penitenziario di Bollate si era pronunciato a favore, sostenendo che il detenuto avesse raggiunto un "adeguato livello di ravvedimento". In seguito era però giunto il parere contrario da parte del procuratore generale Antonio Lamanna: "Il ravvedimento deve essere sicuro, e nel caso di Vallanzasca non lo è", aveva sostenuto il magistrato. Adesso è arrivata anche la decisione dei giudici: "Inamissibile" la richiesta di semilibertà, mentre quella per la libertà condizionale è stata rigettata. Per il momento il "Bel Renè", recentemente protagonista con le sue gesta poco edificanti della mostra "Milano e la mala" a Palazzo Morando, dovrà continuare a trascorrere i suoi giorni all'interno del carcere di Bollate.

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