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Regione Lombardia querela Gimbe dopo l’accusa di ‘dati manipolati’: “Nostri numeri trasparenti”

Regione Lombardia ha annunciato che presenterà querela contro la fondazione Gimbe e il suo presidente Nino Cartabellotta, che in un’intervista aveva parlato di “dati aggiustati” e “magheggi sui numeri” da parte della giunta di Attilio Fontana. “I nostri dati, come da protocollo condiviso da tutte le Regioni, vengono trasmessi quotidianianamente e con la massima trasparenza all’Istituto Superiore Sanità”, afferma Palazzo Lombardia in una nota.
A cura di Simone Gorla
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Il presidente della Lombardia Fontana e l'assessore al Welfare Gallera
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"Regione Lombardia, attraverso il proprio ufficio legale, ha deciso di presentare una querela contro la fondazione Gimbe e il suo presidente Nino Cartabellotta. Un atto inevitabile, il nostro, dopo quanto affermato dal presidente della fondazione che, parlando dei dati sanitari della Lombardia, ha dichiarato, fra l'altro, che ‘si combinano anche dei magheggi sui numeri‘".  Lo comunica in una Nota la Regione Lombardia. "Accuse intollerabili e prive di ogni fondamento – si legge nella Nota – per le quali il presidente di Gimbe dovrà risponderne personalmente. I nostri dati, come da protocollo condiviso da tutte le Regioni, vengono trasmessi quotidianianamente e con la massima trasparenza all'Istituto Superiore Sanità".

"In Lombardia si sono verificate troppe stranezze sui dati nel corso di questi tre mesi", ha detto Cartabellotta in un'intervista a Radio 24, parlando di " soggetti dimessi che venivano comunicati come guariti andando ad alimentare il cosiddetto silos dei guariti; alternanze e ritardi nella comunicazione dei dati, cosa che poteva essere giustificata nella fase dell'emergenza quando c'erano moltissimi casi ma molto meno ora, eppure i riconteggi sono molto più frequenti in questa fase 2. È come se ci fosse una sorta di necessità di mantenere sotto un certo livello quello che è il numero dei casi diagnosticati".

In mattinata era arrivata la prima replica di Regione Lombardia, che aveva parlato di accuse "gravissime, offensive e soprattutto non corrispondenti al vero" sottolineando che "fin dall'inizio della pandemia i dati vengono pubblicati in maniera trasparente e inviati alle Istituzioni e alle autorità sanitarie preposte. Nessuno, a partire dall'Istituto Superiore di Sanità, ha mai messo in dubbio la qualità del nostro lavoro che, anzi, proprio l'Iss ha sempre validato ritenendolo idoneo per rappresentare la situazione della nostra regione".

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