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Regione Lombardia conferma (senza gara) il contratto a Trenord fino al 2030: protestano i pendolari

La Lombardia ha confermato per altri dieci anni il contratto di Trenord per il servizio ferroviario regionale. L’affidamento (da circa 5 miliardi, valido dal 2021 al 2030) avverrà senza nessuna gara, e quindi senza la possibilità di valutare altri gestori. Una decisione lche rispetta la norme nazionali ed europee, ma che ha fatto infuriare i pendolari che in una nota firmata da una ventina di comitati giudicano che giudicano “assai discutibile” la scelta di confermare “chi non sembra in grado di gestire oggi neanche l’esistente servizio a livelli di decenza”.
A cura di Simone Gorla
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Regione Lombardia ha confermato fino al 2030, il contratto di Trenord per il "servizio ferroviario regionale/suburbano". Un affidamento senza gara che è passato quasi inosservato, durante la festività natalizie, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Comunità europea, supplemento appalti dell'Avviso di preinformazione relativo a un contratto di servizio pubblico, avvenuta il 23 dicembre 2019. La decisione non è piaciuta ai comitati dei pendolari, che giudicano "assai discutibile" la scelta di "affidare per altri 10 anni a chi non sembra in grado di gestire oggi neanche l’esistente servizio a livelli di decenza, peraltro con un aumento della spesa pubblica, senza pretendere immediati e sensibili miglioramenti.

Servizio ferroviario affidato a Trenord per altri dieci anni senza gara: la rivolta dei pendolari

È necessario precisare che la giunta di Attilio Fontana non commette alcuna irregolarità confermando il contratto a Trenord senza gara. Il regolamento CE 1370/2007  relativo ai servizi pubblici di trasporto di passeggeri su strada e per ferrovia prevede infatti che "a meno che non sia vietato dalla legislazione nazionale, le autorità competenti hanno facoltà di aggiudicare direttamente i contratti di servizio pubblico di trasporto per ferrovia".

Un contratto da 5 miliardi fino al 2030

L'avviso relativo al contratto di pubblico servizio,  con inizio il 1 gennaio 2021 e durata di dieci anni, prevede una produzione iniziale "pari a 44 milioni e 800 mila treni/km (905 mila ore di esercizio)" con l'obiettivo di salire fino a 53 milioni treni/km annui" per un corrispettivo tra i 4 ,9 e i 5,7 miliardi di euro. Nell'avviso sono inoltre previsti "obblighi di servizio relativi alle relazioni da servire, all'arco di servizio giornaliero/settimanale, alla velocità commerciale, al materiale rotabile, ai posti offerti, alla puntualità, all'affidabilità, al monitoraggio e alla rendicontazione, all'adesione a sistemi tariffari integrati, alla rete di vendita, alle condizioni di trasporto, all'informazione e alla comunicazione, alla qualità servizi".

I comitati chiedono "trasparenza nella contrattazione"

Condizioni che però non tranquillizzano i pendolari. In una nota, firmata da una ventina di comitati, si domanda "perché non dare un segnale svolgendo una gara o incaricando altri per qualche direttrice"  e si chiede "totale trasparenza nella contrattazione con Trenord, non solo di fronte ai Comitati, ma di fronte a tutti i contribuenti, per far pendere gli accordi finali dalla parte dei cittadini".

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