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Regione, la Lega lancia mozione contro la “teoria gender” a scuola. Il M5s: “Non esiste”

La Lega ha presentato al Consiglio regionale della Lombardia una mozione contro l’introduzione della presunta “teoria del gender” nelle scuole lombarde. Replica il M5s: “La teoria del gender non esiste, il Carroccio con queste mistificazioni alimenta l’omofobia”.
A cura di Francesco Loiacono
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Una crociata contro qualcosa che, in realtà, non esiste. È quella che, come ha affermato il Movimento 5 stelle, la Lega nord sta conducendo nel Consiglio regionale della Lombardia. Qui, infatti, giovedì, il Carroccio ha presentato una mozione sull'educazione all'affettività nelle scuole lombarde. Ossia, come ha detto il primo firmatario del testo, il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, sulla cosiddetta "teoria del gender": "Abbiamo voluto seguire l’esempio del Veneto presentando una mozione analoga a quella approvata a Venezia nei giorni scorsi, per fare in modo che la cosiddetta teoria del gender non venga insegnata nelle scuole lombarde e che il materiale divulgativo relativo a quest’ultima sia ritirato", ha detto Romeo. Sul significato della teoria del gender, Romeo puntualizza: "Queste teorie infatti partono da assunti del tutto opinabili, quali l’incentivo alla masturbazione infantile, il superamento della famiglia tradizionale, vista come obsoleta, e il fatto che l’identità sessuale sia totalmente indipendente dal dato biologico".

Il M5s: "La teoria gender non esiste, la Lega alimenta l'omofobia"

Questi assunti erano già stati smentiti dal sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone. I Cinquestelle lombardi bollano come inconsistente la mozione della Lega: "La teoria gender non esiste e pertanto non può neanche essere introdotta nelle scuole", ha detto Iolanda Nanni, consigliere regionale pentastellata. Secondo la Nanni il Carroccio "affonda il suo ventre molle nel più becero pregiudizio rischiando, con queste mistificazioni, di alimentare il clima di odio omofobico che serpeggia in certe sacche della società".

Romeo però non sembra voler indietreggiare nella sua lotta: "Siamo preoccupati per quanto accade in certi istituti ad opera di taluni sedicenti educatori che vorrebbero inculcare a forza nella testa dei nostri ragazzi idee strane e pericolose – afferma -. Nel rispetto delle differenze e dell’orientamento sessuale di tutti, non possiamo tollerare che si faccia propaganda in luoghi che non sono deputati a questo scopo. Vogliamo porre l’accento infatti sul ruolo preponderante dei genitori nell’educazione dei ragazzi, una funzione superiore e invalicabile da parte delle scuole".

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