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Regionali 2018 in Lombardia, si voterà insieme alle Politiche: Election day il 4 marzo

Manca solo l’ufficialità, ma sembra ormai quasi certo che le elezioni Regionali in Lombardia si terranno il 4 marzo, in concomitanza con le Politiche. Sarà dunque “election day”: tre , al momento, i candidati alla presidenza della Regione.
A cura di Francesco Loiacono
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Per l'ufficialità manca ancora la firma del prefetto di Milano Luciana Lamorgese, ma sembra ormai chiaro che anche per le elezioni Regionali in Lombardia si voterà il 4 marzo, giorno delle elezioni Politiche. Sarà dunque "Election day", cioè i voti di Regionali e Politiche saranno accorpati nell'ottica di contenere i costi e (sperano i politici) migliorare il dato relativo all'affluenza. Nelle prossime ore, forse venerdì, il prefetto di Milano dovrebbe sciogliere il Consiglio regionale lombardo fissando la data delle urne per il Pirellone. Al momento sono tre i candidati: il governatore in carica Roberto Maroni, sostenuto da Lega e centrodestra, l'attuale sindaco di Bergamo Giorgio Gori per il Partito democratico e l'attuale consigliere regionale Dario Violi per il Movimento 5 stelle. A breve però, dopo lo strappo che si è consumato, anche il nuovo movimento politico Liberi e uguali di Pietro Grasso dovrebbe presentare il proprio candidato per Palazzo Lombardia.

Tanti i nodi ancora irrisolti su alleanze e raccolta firme

A circa due mesi dalle urne restano ancora aperti tanti nodi legati alle alleanze e anche alla questione della raccolta delle firme. Due questioni che nel caso dei radicali di Emma Bonino e Marco Cappato (che si ritrovano nel movimento "+ Europa") si intersecano. Se a livello nazionale si è infatti consumato uno strappo tra Pd e radicali, a livello regionale i dem sperano di poterlo scongiurare. Anche in Lombardia c'è però lo scoglio delle firme da superare: la legge lombarda prevede che tutti i gruppi che non sono rappresentati in Consiglio regionale (come i radicali) debbano raccogliere almeno 18mila firme per presentare la lista. Un emendamento alla legge elettorale presentato a fine 2017 dal Movimento 5 Stelle, che chiedeva proprio di dimezzare il numero di firme necessarie per
presentare alle elezioni regionali liste non collegate a gruppi già eletti, è stato infatti bocciato dalla maggioranza: avevano votato a favore i Cinque stelle e tutti i gruppi di opposizione, tra cui proprio il Pd. Un "segnale" lanciato ai radicali, che potrebbero adesso riconsiderare, almeno in Lombardia, la loro scelta a livello nazionale.

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