Referendum Canton Ticino, Lega sotto attacco in Lombardia: “La logica dei muri genera mostri”

L'esito del referendum "Prima i nostri" che si è tenuto ieri in Canton Ticino ha sollevato moltissime polemiche in tutta Italia, ma specialmente in Lombardia. Il governatore Roberto Maroni è stato subito chiamato a rassicurare le migliaia di frontalieri lombardi, per i quali comunque al momento non sono previste conseguenze. Ma certo sapere che il 58 per cento degli svizzeri al di là della frontiera intende privilegiare, in caso di assunzione, i lavoratori elvetici non farà dormire sonni tranquilli ai 62mila italiani (tra Lombardia e Piemonte) che giornalmente vanno a lavorare in Svizzera.
Buffagni (M5s): "Maroni e Salvini, si è sempre ‘il sud' di qualcun altro"
Diverse le reazioni politiche in Lombardia sull'esito del voto referendario. In tanti puntano il dito verso la Lega di Maroni e Salvini, che in Italia tende a portare avanti istanze per certi versi simili a quelle che hanno portato all'approvazione del referendum: "Maroni e Salvini ora si renderanno conto che si è sempre ‘il sud' di qualcun altro – ha attaccato il consigliere regionale dei Cinque stelle Stefano Buffagni -. Il Governo deve immediatamente attivarsi per tutelare i nostri connazionali, lavoratori che han sempre operato con professionalità arricchendo, economicamente e culturalmente, la Svizzera paese in cui hanno anche pagato le imposte. Si parla di decine di migliaia di persone e famiglie che abbiano il dovere di tutelare".
Roberto Bruni (Patto civico): "Referendum serva da lezione per la Lega"
Sulla stessa linea di Buffagni anche Roberto Bruni, del Patto civico: "Oggi Maroni e la sua maggioranza vedono infrangersi anni di millanterie contro la realtà di un referendum del confinante nord che respinge il suo sud. Alla fine, gli extracomunitari siamo noi", dice Bruni, che punta il dito sulla mancata reciprocità tra Lombardia e Svizzera: "Regione Lombardia esalta il modello svizzero, ma la Svizzera non ne vuole sapere. E in ogni caso, ecco cosa succede a fare brutta propaganda contro il principio di libera circolazione delle persone. Questa vicenda, dalle parti della Lega, dovrebbe rappresentare ben più che una lezione". Anche Bruni ha poi chiesto di intervenire per chiarire il destino dei frontalieri: "L’assessore Brianza venga quanto prima in Commissione a relazionare sugli effetti di questa decisione".
Sala: "La logica dei muri genera mostri"
Parole dure sul referendum anche da parte del sindaco di Milano Beppe Sala, che lo inquadra in una generale gestione europea: "L'esito del referendum svizzero dimostra che la mancanza di gestione politica a livello europeo del rapporto tra i popoli, arriva a mettere in discussione i rapporti tra il Canton Ticino e la Lombardia. Dobbiamo prendere atto del fatto che questo tema non è più un'emergenza, bensì un problema epocale che richiede risposte e soluzioni politiche ampie e condivise. Una cosa è chiara. Non si può affrontare una situazione del genere solo sulla base della strenua difesa dello status quo: la logica perversa dei muri, che ha qualche tifoso anche dalle nostre parti, genera mostri. Di muro in muro, finisce che ti puoi anche trovare dalla parte sbagliata".
Maroni: "Non ci saranno conseguenze"
Il voto svizzero sembra aver particolarmente messo in crisi proprio la Lega e il governatore lombardo Maroni. Fin da questa mattina Maroni ha rilasciato, a cronisti e tramite social network, dichiarazioni in cui ha affermato che le istituzioni lombarde vigileranno "perché il referendum non si traduca in una lesione dei diritti dei nostri concittadini lombardi o (peggio) nella introduzione di discriminazioni o violazioni delle norme che tutelano i nostri lavoratori". Poi il governatore aveva specificato che si tratta di "Lavoratori, non di immigrati clandestini". Maroni ha già preso contatti con il presidente del Canton Ticino, Paolo Beltraminelli: un incontro è previsto la prossima settimana. Davanti ai cronisti poi Maroni si è mostrato più rassicurante: "Fra Lombardia e Canton Ticino non ci saranno conseguenze dal voto referendario di ieri". Ma intanto chiede aiuto al governo: "Domani Renzi sarà a Milano e coglierò l’occasione per consegnargli il documento approvato nel 2014 dal nostro consiglio regionale: è la proposta di legge di una zona economica speciale per le aree confinanti con la Svizzera, con agevolazioni fiscali".